CENTRO
STORICO
LE
ISTITUZIONI, SE NECESSARIO, HANNO IL DOVERE DI FAVORIRE LA
PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI AL DESTINO DELLA CITTA'
Nella
mia modesta nota che segue, alla maniera del naufrago che cerca aiuto
col messaggio affidato alla bottiglia in pieno oceano, vorrei
comunicare alla ministro prof.ssa Carrozza un non raro esempio di
come i vertici della cultura, le università, nell'interland che le
ospita, non offrano quel riferimento culturale autorevole che
rappresentano. Non di rado sembrano avvitarsi in esercitazioni, fine
a se stesse, consumando sempre più scarse risorse economiche del
contribuente, senza un effettivo ritorno per il territorio.
Accade,
per esempio, che a Caltanissetta si sta pensando di "consumare"
l'ultimo "scampolo" di territorio come il centro storico -
dopo che gli ultimi diciamo "spazi di completamento",
indicati nel PRG con la lettera B sono stati saturati - senza che la
vicinissima Università Kore di Enna abbia speso una sola parola.
Detta
università ha un corso di laurea in architettura con autorevoli
docenti ma che si tengono ben lontani da un dibattito che vede come
antagonisti in un cosiddetto "Piano pilota" Italia nostra
regionale, alcuni professionisti e cittadini vari. La contesa
riguarda il destino di un centro storico la cui velleità del Comune
(di Caltanissetta) è quella di volere avviare un recupero
urbanistico ed architettonico, in solitudine.
Ma
non è solo l'università che ignora cosa sta succedendo a
Caltanissetta in tema di recupero del centro storico, perchè in
varie occasioni il Dipartimento regionale dell'urbanistica,
l'Assessorato beni culturali e la locale Soprintendenza bb. cc. sono
state chiamate in causa senza alcun risultato. Probabilmente ancora
la politca o meglio i politici ritengono che la partecipazione è un
optional che serve solo in alcuni momenti, quando bisogna agevolare
qualcuno o qualcosa. Insomma, ognuno si coltiva il proprio orticello
senza disturbare alcuno.
E
tutti vivono... indisturbati e contenti!
Tutto
ciò mi sembra molto triste, ancora non si vuole capire che le
Istituzioni non possono e non debbono rimanere "dormienti"
quando si tratta specialmente del destino di un'ntera città SENZA IL
CONTRIBUTO DEI SUOI ABITANTI. Il Centro storico è il "salotto
buono " della città ma soprattutto la carta d'identità
dell'umanità che l'ha attraversato ed il suo destino non può e non
deve essere lasciato ai cosiddetti esperti. E' convinzione,
condivisibile, di J. J. Russeau che "la dove troviamo degli
specialisti non troviamo dei cittadini". Si vuole che siano i
politici e/o i tecnici a decidere, da soli, delle sorti di una città?
Giuseppe
Cancemi
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