E dopo le recenti elezioni...
Caltanissetta, profondo Sud, non ha
smentito il risultato nazionale. Anche qui i partiti si sono
classificati come in tutta Italia ma con la specificità scontata del
primo partito mov. 5 stelle, che intercettando alcuni endemici
bisogni della gente si fa carico come in altre parti della Sicilia
della diffusa povertà. Povertà, non come solitamente si intende,
economica, ma che andrebbe distinta nelle sue differenziazioni.
Nel nostro caso, infatti, non si tratta
di una motivazione ascrivibile alla sola economia ma piuttosto ad una
diffusa incapacità di affrontare e gestire l'esistente con
cognizione, tempistica adeguata e impegno, anche a costo di personale
sacrificio. Insomma ciò che non sono mancate e mancano nella
nostra città non sono le occasioni ma piuttosto la capacità di
scovarle e gestirle con cognizione di causa. Da tempo, oramai, i
Comuni per effetto del cosiddetto patto di stabilità hanno bilanci
non soddisfacenti per i bisogni dell'ente amministrato, debbono
attingere ai finanziamenti nazionali ed europei concorrendo ai vari
bandi ad hoc e, dunque, debbono avere capacità di intercettare ciò
che viene pubblicato da questi.
Per fare qualche esempio, vivendo in
altra città io che sono nisseno, ho l'occasione di paragonare ciò
che accade in loco con quello che si fa a Caltanissetta in merito
alla ricerca di finanziamenti col meccanismo dei bandi. Non di rado
osservo, che Belluno nella partecipazione ai detti bandi non ne manca
uno, mentre lo stesso non accade per la mia città di origine. E
questo fa nascere in me un dubbio: perché mai non partecipa anche
Caltanissetta? Non avrà progetti nel cassetto o non è in grado di
produrne nuovi ed appositi?
Ultimamente a livello nazionale è
stato pubblicato un bando di finanziamento per città metropolitane e
capoluoghi che avessero presentato dei progetti
per la “riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie”.
Caltanissetta lo ha fatto e si è classificata al 49° posto,
ottenendo 7.787.874 €, nulla da eccepire si direbbe, ma come mai
tanti altri capoluoghi, siciliani e non, anche con meno abitanti,
hanno ottenuto 18 milioni (tetto massimo) o poco meno?
Il Comune di Belluno, per esempio,
città sempre ai primi posti nelle classifiche di vivibilità, con i
18 milioni ottenuti ha molti progetti pronti e già discute con i
cittadini delle scelte progettuali fatte, proprio in questi giorni.
Per questa stessa opportunità, correggetemi se sbaglio, a
Caltanissetta non si intravede e non si sente nulla. Perché?
Mi chiedo quali progetti avrà
presentato per ottenere così poco col bisogno che c'è in città.
Speriamo che almeno la ricaduta dei progetti abbia saputo
interpretare il “materiale e l'immateriale” delle scelte. Insomma
se c'è nel quadro sistemico della città, un nesso tra quanto si
vuole riqualificare e l'utilità e/o i bisogni dei cittadini utenti,
nonché tanti altri progetti per la città non presentati ma pronti
per altri finanziamenti. Con l'occasione non posso fare a meno di
ricordare il centro storico abbandonato al degrado e domando: nella
riqualificazione, è compreso quest'ultimo?
A giudicare dai social Caltanissetta
appare vivace e propositiva, ma si ha anche la sensazione che tutto
ciò che viene mostrato è solo apparenza. Si levano voci che si
vuole dare un'ospitalità dignitosa ai profughi con la caserma “
Capitano Franco” ma non mi sembra che alcuno abbia fatto passi per
chiedere al demanio la cessione di proprietà verso l'ente locale.
Belluno, anch'essa città italiana, ha in corso un paio di
trattative, quasi concluse, in cui il demanio cede la proprietà di
alcune caserme e spazi annessi al Comune.
Sempre attraverso i social si fa un
gran parlare di cultura, e Caltanissetta ha tutte le carte in regola
per fare della cultura un business, ma non mi sembra che si siano
intercettate tutte quelle risorse europee, siciliane e nazionali che
in questi anni sono state messe su pubblico bando.
Lo scrittore Carofiglio in un suo
ultimo libro, interessante perché attraverso una conversazione
induce a riflettere su politica e verità. Citando qualche aforisma o
fatto accaduto vuole significare che i “volontari”, nei
cataclismi, per aiutare gli altri debbono mettere “i piedi nel
fango” citando un pensiero di Orwell per i politici realisti.
Riferendoci al nostro contesto può significare anche per noi una
riflessione: dalle difficoltà bisogna saperne trarre consapevolezza
se si vuole incidere e migliorare le cose.
Ai miei conterranei che si occupano di
politica, la cui azione incide sulla sorte di altri cittadini, vorrei
dire, da comune cittadino, che verità e chiarezza alzano il livello
sia della comprensione che della condivisione.
Nessun commento:
Posta un commento