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sabato 19 novembre 2016

BELLUNO e la moria degli alberi


INARRESTABILE TENDENZA ALLA DECIMAZIONE DEGLI ALBERI DEL CENTRO STORICO

  Abbattuti gli ultimi tre alberi superstiti di Piazza Piloni/via d'Incà. Due appena all'ingresso del Parco città di Bologna e l''ultimo appartenente all'alberatura ornamentale che affianca l'Ufficio delle entrate già Convento dei serviti.

Via d'Incà: albero superstite prima del taglio

Anche questo abbattimento fa parte di una discutibile scelta politica, che da un paio di lustri a questa parte, con motivazioni pretestuose, caratterizza una “mano pesante” sulla manutenzione degli alberi. Quel filare di essenze che costeggiava un antico reperto storico oltre ad essere un ornamento, svolgeva alcune importanti funzioni come la riduzione dell'inquinamento acustico e atmosferico e una contribuzione al risparmio energetico con il suo raffrescamento passivo contro la calura estiva, facendo da schermo all'irraggiamento solare.  Può darsi che nella manutenzione del verde pubblico, qualche albero debba essere per necessità tagliato, ma è molto strano che in una città come Belluno, un centro città giardino, in poco tempo venga privato, sistematicamente, di parte del suo patrimonio verde accumulato in non pochi anni. 

Albero di via San Lucano prima della sparizione
 silenziosa

Solo quest'anno, la città ha visto sparire, in silenzio, uno storico maestoso albero come quello di via San Lucano, che faceva da immagine di primo piano all'orizzonte sul Piave. Altri in via Cavour, allineati lungo il marciapiede, uno sì e uno no, sono stati anch'essi tagliati non senza un qualche altro ritocchino arboreo eliminativo nella piazzetta della Fontana di via Santa Maria dei Battuti. 





Coppia di alberi presenti in
 Piazza Piloni  prima del taglio


Noto una grande contraddizione tra la cultura bellunese dal pollice verde, di lunga tradizione, per mantenimento e sviluppo del patrimonio naturale verde  e l'attuale tendenza a diminuire drasticamente tale eredità.  Non sembri strano, ma anche la recente legge nazionale n. 10/2013, coincide con la vivibilità degli insediamenti segnati dal verde, così come mostra l'eredità urbana bellunese. Per la verità non sappiamo cosa finora ha fatto anche il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico presso il Ministero dell'ambiente, che avrebbe dovuto monitorare l'attuazione della legge.

Registro anche un grande silenzio per questo scempio di immagine urbana oltre che di depauperamento, ma non mi stupisce. Già altre occasioni di attacco ai diritti di cittadinanza come salute o perdita costante di identità del centro storico, fanno girare dall'altra parte organizzazioni, partiti e habitué locali della protesta fine a se stessa.

Eppure, una controtendenza pervicace, forse per motivi che non sappiamo, si ostina ad avversare perfino gli obblighi di legge come quello di mettere a dimora un albero (dal 2014 in poi) per ogni, anagraficamente, nuovo nato o adottato.

Il fine mandato amministrativo di Belluno per scadenza naturale, comunque,  è prossimo, e un paio di mesi prima sapremo meglio e di più, anche su tutto il bilancio arboreo come atto dovuto verso i cittadini al termine di mandato. 

Resta in ogni caso l'amaro in bocca, per questa tendenza che sembra inarrestabile a Belluno. Si eliminano sistematicamente, con protervia quegli alberi che da sempre hanno fatto parte del patrimonio naturale e dell'immaginario collettivo di verde urbano in un tutt'uno con la città storica.


Giuseppe Cancemi


IL GAZZETTINO

pagina di Belluno


Rilevo che l'essenza Paulownia tormentosa in media vive 150-200 anni. 
E la vista sul Piave, come skyline visto dalla via San Lucano, non rimane come una tesserina mancante  dal puzzle che riguarda l'identità di Belluno?


1 commento:

  1. Purtroppo nei primi mesi del 2017 la decimazione del verde pubblico a Belluno è proseguita con incredibile velocità e devastazione di viali e parchi pubblici : un esempio per tutti : il parco pubblico di Nogarè : fa spavento il solo passarci, sembra la foresta pietrificata, una cosa desolante, molte piante sonos scomparse (e non erano malate) quasi tutte le altre sono state ridotte a dei monconi che non rivedranno i loro rami frondosi per diverdsi anni. Così è successo anche in alcune vie bellunesi, ad esempio via Thilman a Cavarzano (era già successo in via Bettio a Nogarè), in via Vecellio (dove la cosa pote vere qualche giustificazione per un eventuale intralcio al traffico nel caso di rami caduti sull'asfalto a seguito di violenti temporali". Ancor più scalpore fa il constatare che nessuno ha mosso un dito, né singoli cittadini, né associazioni ambientaliste o ecologiste : chée forse il patrimonio arboreo non è un "bene comune" ? forse le piante non svolgono una benemerita azione nel ridurre l'inquinamento atmosferico ? A Venezia recentemente c'è stato una sollevazione contro il comune per il progetto di abbattere molti alberi in prossimità dell'aeroporto, per realizzarvi un parcheggio auto. Qui da noi niente, che tristezza !

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