PRESTO IL MUSEO CIVICO A PALAZZO FULCIS
Palazzo Fulcis, a giudicare
dalla rimozione delle impalcature in atto, sta per essere restituito alla
fruizione pubblica, dopo che in esso sarà trasferito il locale Museo Civico.
L’edificio, d’impronta settecentesca, potrà
offrire finalmente un ampio spazio al ricco museo cittadino, preziosa risorsa
locale che, assieme alle altre del territorio, può costituire un nuovo polo di
eccellenza, nella catena museale veneta. Sui lavori di restauro, forse, avanzerei un qualche rammarico per la sua conduzione un po’ troppo
riservata. Tutte le problematiche scaturite dell’analisi strutturale,
architettonica e artistica potevano veicolare conoscenze, scelte d’intervento e
relative informazioni anche sotto gli occhi di quei cittadini che amano coltivare interessi amatoriali per la storia, l’arte e l’architettura, specie se locale. Per esempio, la
trasparenza nella conduzione delle varie attività di restauro, pratiche e di
studio, con semplici web-camere, poteva essere un mezzo per aiutare la condivisione
e far seguire ogni azione con il massimo della partecipazione. Mettere a disposizione visivamente,
in internet, tutto l’iter che ha accompagnato il restauro non avrebbe guastato.
Un’opera, un manufatto, un monumento
accompagnato, vissuto da tanti occhi che lo seguono lo fa sentire di tutti e di ciascuno.
Purtroppo,
non di rado i restauri rimangono
interventi per addetti ai lavori, per soloni che, nel merito di ogni intervento,
non amano condividere e/o confrontarsi pubblicamente. Chi sceglie questo modo
di operare si comporta secondo la logica: io so e voi non sapete un c…o!
Ciò
detto, comunque, almeno per un rispetto ai cittadini bellunesi per primi, che
sono i destinatari di Palazzo Fulcis, la
consegna del manufatto restaurato dovrebbe essere accompagnata, da un apposito volume cartaceo per la
storicizzazione. Il testo, anche minimale, potrebbe essere formato dalla relazione generale e dalle eventuali relazioni
specialistiche del progetto esecutivo, previsti dall’art. 35 della legge quadro
in materia di lavori pubblici. Ricordo per me stesso, che anche la Carta del Restauro prevede una
relazione finale scaturente da un consigliato “giornale” di cantiere.
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Vista posteriore del Palazzo Fulcis |
Dispiace,
ma bisogna infine ammettere che anche Palazzo
Fulcis di cui stiamo parlando, a parte la visita concessa al FAI di qualche
tempo fa, non sembra che si sia distinto nella conduzione delle sue attività,
a fini conservativi, per un eccesso di trasparenza. Allora, forse,
dico foorse… dare l’opportunità di poter leggere come sono stati progettati e svolti
i vari interventi, potrebbe risarcire la comunità locale, che è stata già privata
in itinere del fruire di tutti i passaggi salienti di un restauro e, dunque, dell'esercizio del diritto di sapere, di conoscere e, in qualche caso, anche di condividere o meno.
Giuseppe Cancemi
REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE LEGGE N. 109/94
Art. 35 (Documenti componenti il progetto esecutivo)
1. Il progetto esecutivo costituisce la ingegnerizzazione di tutte le lavorazioni e, pertanto, definisce compiutamente ed in ogni particolare architettonico, strutturale ed impiantistico l'intervento da realizzare. Restano esclusi soltanto i piani operativi di cantiere, i piani di approvvigionamenti, nonché i calcoli e i grafici relativi alle opere provvisionali. Il progetto è redatto nel pieno rispetto del progetto definitivo nonché delle prescrizioni dettate in sede di rilascio della concessione edilizia o di accertamento di conformità urbanistica, o di conferenza di servizi o di pronuncia di compatibilità ambientale ovvero il provvedimento di esclusione delle procedure, ove previsti. Il progetto esecutivo è composto dai seguenti documenti:
a) relazione generale;
b) relazioni specialistiche;
c) elaborati grafici comprensivi anche di quelli delle strutture, degli impianti e di ripristino e miglioramento ambientale;
d) calcoli esecutivi delle strutture e degli impianti;
e) piani di manutenzione dell'opera e delle sue parti;
f) piani di sicurezza e di coordinamento;
g) computo metrico estimativo definitivo e quadro economico;
h) cronoprogramma;
i) elenco dei prezzi unitari e eventuali analisi;
l) quadro dell'incidenza percentuale della quantità di manodopera per le diverse categorie di cui si compone l'opera o il lavoro;
m) schema di contratto e capitolato speciale di appalto.
AGGIORNAMENTO
Il giornale dei lavori è regolamentato dalle norme sugli appalti pubblici (art. 14, D.M. n. 49 del 2018) e in generale dal testo unico dell’edilizia (art. 66, D.P.R. n. 380 del 2001).
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