Aggiungi...


Condividi questo articolo

martedì 8 maggio 2012

Caltanissetta tra Ottocento e Novecento (1)


Urbanesimo e stratificazione urbanistica a Caltanissetta tra civiltà contadina e civiltà dello zolfo
(Giuseppe Cancemi)

 Premessa
  Quale urbanistica si sia praticata a Caltanissetta fra le due civiltà (contadina e dello zolfo), che rappresentano la matrice culturale e sociale del cittadino nisseno, ancora oggi si può leggere nel prodotto urbano e nell'armatura strutturale ereditata dai secoli scorsi.
 Il quadro di riferimento  nei  secoli XVIII, XIX e XX, è dato dall'emergere di una classe sociale (la borghesia) in un contesto amministrativo prima liberale e poi neo-conservatore (o post-liberale), in cui, il potere, si trova a dover mediare, nello spazio urbano e territoriale, interessi contrastanti tra pubblico e privato.
Il territorio, prima che si instaurasse l'economia capitalistica, mostrava un rapporto città/campagna di tipo omeostatico, classico dell'economia pre-unitaria, ma man mano che i trasferimenti di risorse (forza lavoro e capitale) dalla campagna si spostavano verso la città, per effetto dell'accumulazione di surplus, si venivano a creare squilibri a cui il potere deve, ancora oggi, dare delle risposte.
Gli squilibri territoriali esistenti con aspetto duale: Nord/Sud,  Pianura/montagna, coste/interno, città/campagna sono i due volti della stessa medaglia (l'economia capitalistica) in cui finora si può dare per certo la funzionalità reciproca e l'interdipendenza. La questione meridionale sempre attuale ne è la prova.
Il meccanismo che si è innescato nelle trasformazioni delle città è tutt'oggi oggetto di studio e di interpretazioni, ed è per questo che un contributo per una lettura trasversale dei fenomeni urbani in un preciso luogo e in un periodo storico segnato può essere utile, per capire, per riflettere.
Il dato da tenere presente per orientarsi, è costituito dalla centralità della Rivoluzione industriale e il relativo panorama socio-economico europeo che caratterizzava il periodo considerato. La città moderna sotto il profilo dell'espansione, della localizzazione, della composizione sociale, del ruolo economico nasce nell'Ottocento quando si comincia a parlare di urbanistica[1] come risposta al caos delle città con l'avvento dell'industrializzazione. E ancora, il contesto politico-amministrativo ed economico a cui ci si deve riferire è costituito da un succedersi di amministrazioni, pre-unitaria: aristocratica[2], unitaria, liberal-conservatrice: aristocratica[3], social-nazionalista: totalitaria[4], post-unitaria: repubblicana e uno spazio economico pre-capitalistico in cui la città è chiusa spazialmente verso l'esterno, permeabile solo nel verso città-campagna, con prevalente economia rurale  e paleo-industriale[5] 


Rappresentazione schematica del contesto considerato

Il contesto politico amministrativo ed economico dove si evolve la trasformazione di Caltanissetta tra le due civiltà (contadina e dello zolfo) si può riassumere in:
pre-unitario  "Aristocratico",  con la dominazione della famiglia Borbone
Unitario "Liberal-conservatore", con la dominazione della famiglia Savoia
Totalitario "Fascista", un regime economico dominato dall'autarchia, con forti squilibri territoriali (città/campagna, Nord/Sud)
Democratico "Repubblicano" caratterizzato da boom economico, emergenza e sotto l'aspetto strettamente economico:
si svolge tra un modello pre-capitalistico: chiuso verso l'esterno ma permeabile tra la città e la campagna, con una economia prima prevalentemente rurale che si integra con una forma economica paleoindustriale[6] (legata alle risorse fisse del territorio) per poi approdare ad un modello capitalistico: un sistema città/campagna aperto arealmente verso l'esterno (ambiente) dove ha luogo una forte concentrazione fondiaria (enclosures) con un forte aumento della produttività e la comparsa di una figura sociale (Gabellotto), nuovo implacabile rentier  che con il subaffitto spinge alla super-produzione. Vengono meno gli usi civici[7] del pascolo e del legnatico (Jus pascendi), si passa dal regime dei campi aperti (Jus serendi) a quello degli appezzamenti chiusi (Jus coloniae), è anche l'epoca delle terre allodiali (terre possedute a titolo non feudale da borghesi e contadini)

Le città, per Leonardo Benevolo, prima dell' 800  erano dei contenitori dove: "ogni generazione tendeva ad occupare il posto delle precedenti e a ripeterne il destino".
Nel Settecento, l'economia di Caltanissetta risulta essere principalmente agricola, con una modesta concentrazione umana in una amplissima campagna. L'armatura urbana si conserva pressoché immutata già da qualche secolo ed è la baronia dei Moncada a dominare i rapporti della vita comunitaria[8]. La proprietà nel periodo considerato era di tipo feudale[9] con tutte le caratteristiche del feudalesimo: la proprietà della terra era sostanzialmente collettiva, era un attributo dell'autorità regale, in cui i feudatari esercitavano solo alcuni diritti (economici, giurisdizionali, etc.) come ricompensa dei favori dei doveri nei confronti del sovrano, ereditavano ma non divenivano proprietari delle terre.
fig. 1

In Europa il rapporto tra città e campagna (figura 1) aveva dappertutto un suo equilibrio di insieme (omeostasi) che stranamente era il mantenimento della differenziazione e dello squilibrio tra le parti. La città che esercitava un dominio sulla campagna estraendo un certo surplus produttivo di derrate e nello stesso tempo riusciva a mantenere rapporti ideologici, politici e giuridici, in un equilibrio complessivo che perpetuava i ruoli.
L. Di Sopra[10] individua due diversi ordini di scambi nel modello precapitalistico:
 “1) il drenaggio, della base verso il vertice dell'organizzazione, del surplus[11] prodotto dai substrati. Nella direzione opposta discendono rapporti ideologici e politico giuridici di dominazione. In termini spaziali il territorio è chiuso  al contorno ed è inoltre chiuso, in modo permeabile, tra città e campagna.
 2) lo scambio del surplus del livello superiore con le altre organizzazioni urbane, lungo canali di comunicazione (in taluni casi chiusi e protetti per evitare interferenze).
I livelli inferiori restano segregati nell'area ed esclusi da questo tipo di scambio.
La campagna nissena non diversamente da quella siciliana tutta, doveva essere monotonamente una distesa di grano se un accorto W. Goethe (1787) in una visione bucolica coglie non solo questo tipico paesaggio con una dominante coloristica giallo oro in una desolante e assolata distesa, nel suo viaggio da Agrigento a Caltanissetta, ma anche le attività umane: gli uomini che dormono nei giorni non festivi entro capanne di canne, le donne che filano e lavorano al telaio[12], l'abbondanza di animali nei campi (asini, muli, capre) nonchè le colture per la concimazione (fave e lenticchie). Ciò che si ricava dall'osservazione di Goethe è il segno di una iperattività delle campagne a testimonianza delle mutate condizioni della proprietà delle terre che, passate in mano borghese, cominciano ad essere gestite con criteri capitalistici, infatti, ciò che viene notato sono i segni di quello che dopo verrà definito capitalismo nelle campagne ed ha per segni: il miglioramento della produttività, la riduzione della mano d'opera e delle spese, i salari bassissimi e gli orari di lavoro lunghissimi, il lavoro femminile e quello minorile. Sono chiare le inevitabili conseguenze leggibili anche nei dati statistici, di impossibilità delle popolazioni rurali di vivere in campagna che si traduce in un inurbamento[13].
Proprio nel  XVIII secolo cominciava a manifestarsi per "l'odioso vincolo delle pubbliche servitù" - forti delle dottrine che volevano "intoccabile" la proprietà privata -  avversioni e insofferenze verso il collettivismo agrario, legato alla pratica degli usi civici. E` della stessa epoca l'importante riforma in Sicilia: "Istituzioni prudenziali per la censuazione dei feudi e tenute delle Università" del 1778. Si gettano le basi, in quel tempo, per la ridefinizione del rapporto tra sfera pubblica e sfera privata, nella proprietà e nell' amministrazione della città.

Nessun commento:

Posta un commento