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lunedì 14 ottobre 2019

CENTRO STORICO DI CALTANISSETTA


COSA FARE DI CIO' CHE RESTA DI UN CENTRO STORICO




Il giardino di pietra, immaginato, si concretizza lasciando tutto come si trova. Strano, ma potrebbe essere un modo per rendere fruibili quei luoghi oramai costituiti da ruderi, macerie ed erbe infestanti, separati da tracciati viari in centro storico.
Ancora una volta la materia organica e inorganica può prendere forma con l’ausilio dell’uomo che, con la sua sapienza, sa assecondare e modificare la natura delle cose.
Per rendere accessibili quei luoghi della memoria, testimonianza di come l’incuria e l’abbandono finiscono per annullare ogni ricordo delle passate generazioni. Basterebbero tanti piccoli interventi “verdi”, partecipati dai cittadini.
Potrebbe fare scuola, l’esempio di quei nisseni che si sono impegnati nella cura delle piante per aderire al “Concorso Balconi Fioriti”.
Insomma, per il centro storico bisognerebbe fare un atto di umiltà. Una necessaria nuova azione antropica di restituzione alla natura, di quanto l’uomo non ha saputo conservare.
Alle piante spontanee e non, il compito di ingentilire i luoghi e consentire con appositi percorsi di mostrare, appunto, un GIARDINO DI PIETRA.

Occorrente:
- un aiutino, volano delle istituzioni pubbliche e private;
- associazioni ambientaliste e volontariato di buona volontà (necessario bisticcio di parole per intenderci);
- messa in sicurezza dei comparti crollati non ancora rimossi e dei ruderi già esistenti;
- pulizia della viabilità nei suoi tracciati di ambiente urbano;
- adozione e scelta con cura delle piante spontanee, curando che la biodiversità sia di tipo mediterraneo;
- aggiunta di nuove piante anche da interno e qualche essenza arborea, selezionate in modo strategico, per dare colore e luce agli ambienti feriti a morte;
tanta ma tanta FANTASIA per inventarsi una conversione non invasiva di reperto storico-urbanistico, nel suo genere, forse esclusivo.

Giuseppe Cancemi

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