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giovedì 23 febbraio 2012

ULSS, proviamo ad innovare, razionalizzare, risparmiare



I tagli continui effettuati da qualche anno a questa parte, alle risorse che arrivano alle ULSS, hanno una ripercussione a cascata, specie nei territori montani, insopportabile. C’è il rischio che si  traducano nella riduzione di posti letto, nella restrittiva redistribuzione territoriale dell’organizzazione sanitaria  e in un riallineamento verso il basso di  funzioni gerarchiche e  specializzazioni cliniche. Sembrerebbe un’equazione inevitabile: meno soldi, meno tutto. Nessuno che pensi ad una possibile alternativa basata sul risparmio, la razionalizzazione, l’ingegnerizzazione del sistema sanitario locale. Riducendo i costi, a parità di  budget sanitario, si può continuare a mantenere,  anzi  migliorare la qualità, i posti letto e le varie dislocazioni dei presidi già presenti nel territorio.
 Provo a suggerire una mia riflessione che  se letta con i grandi numeri dell’utenza servita, si ha l’idea del possibile recupero di risorse umane ed economiche.
Da una constatazione di prestazioni dell’ USLL ad un ipotetico paziente cronico che, in situazione di normalità, deve essere controllato periodicamente, l’attuale iter prevede:  medico di famiglia, per la prescrizione di visita specialistica e degli eventuali esami che, escludendo sangue e urine, per radiografie, ecografie, ecc.  è necessaria la prenotazione;  prenotazione calcolata temporalmente per singolo esame, tra lunghe attese (mesi e mesi), per coordinare gli esiti degli esami  (in tempo utile) con la visita. Diversamente, esami da privato (sempre in tempo). Si continua col pagamento dei vari ticket  presso l’apposito sportello e alla fine bisogna collezionare le risposte dei vari esami, pagare ancora il ticket per la prestazione sanitaria e presentarsi al clinico di turno con gli esiti da esibire per la visita di controllo. Ma non è ancora finita. Si dovrà ancora ritornare dal medico di famiglia per farsi prescrivere le ricette da portare in farmacia e per far annotare esami e responso dello specialista. Emergono da questo percorso tanti passaggi che potrebbero essere eliminati e/o velocizzati con degli automatismi  a favore di tutti, facendo viaggiare le informazioni di più e meno i pazienti. I benefici li lascio immaginare pensando al trasporto, alle risorse umane ed economiche che si liberano, alla utile semplificazione dei processi che avvantaggia tutti.
Ciò che potrebbe risolvere egregiamente questo percorso ad ostacoli esiste da tempo ed è la tanto sbandierata semplificazione, grazie all’informatica e ad internet. Oggi si ha a disposizione anche una marcia in più con  la tecnologia  “cloud computing” conosciuta in Italia semplicemente come “la nuvola”.  La  filosofia di quest’ultima è quella di offrire un sistema intelligente di custodia dei vari dati, interscambiabili ed accessibili in rete da chi è autorizzato, contrariamente al sistema vigente che gestisce le informazioni  per compartimenti stagni.  Con un’analisi dei flussi di traffico dei dati e un apposito software di gestione, alcune ridondanze dei passaggi precedentemente visti, possono essere eliminate. Razionalizzando le operazioni, esami e responsi  tutti, per medico di famiglia e clinico, possono essere alla loro portata sempre, con un semplice click. Al cittadino paziente, si può facilitare altro. Con una carta prepagata, ad esempio, tutti i pagamenti  richiesti dalle varie prenotazioni si possono semplificare.  Infine,  con un software di gestione con  apposite form (moduli) in rete, si potrebbe raccogliere e coordinare il tutto, eliminando il superfluo andirivieni delle persone.  
Non sto parlando di fantascienza, parlo di innovazioni che trovano anche risorse economiche di avvio nei progetti previsti dal bando diffuso dall’UE  che scade il 15 maggio prossimo.  All’aspetto organizzativo informativo appena visto, per completezza di  idee, aggiungerei  anche la previsione di organizzare, nel tempo, nei  vari complessi ospedalieri, il risparmio idrico mediante utilizzo di raccolta idrico-pluviale in un secondo circuito per usi igienici (non potabile) in aggiunta all’esistente circuito potabile; il risparmio energetico con fonti rinnovabili (fotovoltaico, ibrido), il controllo elettronico dell’illuminazione, dell’uso complessivo dell’energia, ecc..


Per concludere, credo che prima di attuare facili ristrutturazioni, sempre con ripercussioni sui servizi e a danno dell’utenza, razionalizzare, innovare, ricercare nuove risorse possono far mantenere e migliorare nei presidi delle ULSS del bellunese, quegli standard esistenti  che si sono fin qui saputi conservare.

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