I tagli continui effettuati da qualche anno a questa parte, alle
risorse che arrivano alle ULSS, hanno una ripercussione a cascata, specie nei
territori montani, insopportabile. C’è il rischio che si traducano nella riduzione di posti letto,
nella restrittiva redistribuzione territoriale dell’organizzazione
sanitaria e in un riallineamento verso
il basso di funzioni gerarchiche e specializzazioni cliniche. Sembrerebbe
un’equazione inevitabile: meno soldi, meno tutto. Nessuno che pensi ad una
possibile alternativa basata sul risparmio, la razionalizzazione,
l’ingegnerizzazione del sistema sanitario locale. Riducendo i costi, a parità
di budget
sanitario, si può continuare a mantenere,
anzi migliorare la qualità, i
posti letto e le varie dislocazioni dei presidi già presenti nel territorio.
Provo a suggerire una mia
riflessione che se letta con i grandi
numeri dell’utenza servita, si ha l’idea del possibile recupero di risorse
umane ed economiche.
Da una constatazione di prestazioni dell’ USLL ad un ipotetico paziente
cronico che, in situazione di normalità, deve essere controllato periodicamente,
l’attuale iter prevede: medico di
famiglia, per la prescrizione di visita specialistica e degli eventuali esami
che, escludendo sangue e urine, per radiografie, ecografie, ecc. è necessaria la prenotazione; prenotazione calcolata temporalmente per
singolo esame, tra lunghe attese (mesi e mesi), per coordinare gli esiti degli
esami (in tempo utile) con la visita. Diversamente,
esami da privato (sempre in tempo). Si continua col pagamento dei vari ticket presso l’apposito sportello e alla fine bisogna
collezionare le risposte dei vari esami, pagare ancora il ticket per la prestazione
sanitaria e presentarsi al clinico di turno con gli esiti da esibire per la
visita di controllo. Ma non è ancora finita. Si dovrà ancora ritornare dal
medico di famiglia per farsi prescrivere le ricette da portare in farmacia e
per far annotare esami e responso dello specialista. Emergono da questo
percorso tanti passaggi che potrebbero essere eliminati e/o velocizzati con
degli automatismi a favore di tutti,
facendo viaggiare le informazioni di più e meno i pazienti. I benefici li
lascio immaginare pensando al trasporto, alle risorse umane ed economiche che
si liberano, alla utile semplificazione dei processi che avvantaggia tutti.
Ciò che potrebbe risolvere egregiamente questo percorso ad ostacoli esiste
da tempo ed è la tanto sbandierata semplificazione, grazie all’informatica e ad
internet. Oggi si ha a disposizione anche una marcia in più con la tecnologia
“cloud computing” conosciuta in
Italia semplicemente come “la nuvola”.
La filosofia di quest’ultima è
quella di offrire un sistema intelligente di custodia dei vari dati,
interscambiabili ed accessibili in rete da chi è autorizzato, contrariamente al
sistema vigente che gestisce le informazioni per compartimenti stagni. Con un’analisi dei flussi di traffico dei dati
e un apposito software di gestione, alcune ridondanze dei passaggi precedentemente
visti, possono essere eliminate. Razionalizzando le operazioni, esami e
responsi tutti, per medico di famiglia e
clinico, possono essere alla loro portata sempre, con un semplice click. Al
cittadino paziente, si può facilitare altro. Con una carta prepagata, ad
esempio, tutti i pagamenti richiesti dalle
varie prenotazioni si possono semplificare. Infine,
con un software di gestione con apposite
form (moduli) in rete, si potrebbe raccogliere
e coordinare il tutto, eliminando il superfluo andirivieni delle persone.
Non sto parlando di fantascienza, parlo di innovazioni che trovano
anche risorse economiche di avvio nei progetti previsti dal bando diffuso
dall’UE che scade il 15 maggio prossimo. All’aspetto organizzativo informativo appena visto,
per completezza di idee, aggiungerei anche la previsione di organizzare, nel tempo,
nei vari complessi ospedalieri, il risparmio
idrico mediante utilizzo di raccolta idrico-pluviale in un secondo circuito per
usi igienici (non potabile) in aggiunta all’esistente circuito potabile; il risparmio
energetico con fonti rinnovabili (fotovoltaico, ibrido), il controllo
elettronico dell’illuminazione, dell’uso complessivo dell’energia, ecc..
Per concludere, credo che prima di attuare facili ristrutturazioni,
sempre con ripercussioni sui servizi e a danno dell’utenza, razionalizzare,
innovare, ricercare nuove risorse possono far mantenere e migliorare nei
presidi delle ULSS del bellunese, quegli standard esistenti che si sono fin qui saputi conservare.
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