Il
tema dei beni culturali, va a braccetto con le risorse territoriali
locali e con la loro valorizzazione. L'immaginario collettivo, in
genere, ritiene e associa al patrimonio culturale,
solo e sempre
immagini di
una certa esclusività,
riferentesi
ai
manufatti storici più celebrati. Ma così non è! Le tracce
storico-culturali
e gli
ambienti naturali rappresentano l'identità di un luogo,
e non sono di serie A o di serie B. Voglio dire che, per una
malformata accezione di bene culturale,
la stratificazione storica e culturale, che appartiene alle trascorse
generazioni dei nisseni,
non viene riconosciuta e dunque, non valorizzata. Per molti nisseni
ad esempio, i ritrovamenti archeologici ospitati a Caltanissetta,
o non sono conosciuti, o ritenuti d'importanza minore, al confronto
di altri più gettonati e più reclamizzati.
Eppure, il
centro storico con le sue case in via di degrado, quando non dirute,
è
luogo di altrettanti
segni dell'umanità trascorsa,
i
cui reperti,
hanno una
propria
dignità
storica. Tutta l'Italia ha un passato storico più o meno ben
conservato che forma
l'insieme dei
beni culturali, e la Sicilia di questi importanti segni, ne possiede
un quarto. L'
iniziativa “1ª
Giornata Nazionale dei Beni Comuni di Italia Nostra”, in
Sicilia, è un
evento da sottolineare. Non si può continuare ad ignorare le nostre
risorse territoriali abbandonate o consegnate all'ignavia perenne. Ma
non basta celebrare, se ci si ferma al solo evento,
tutto continuerà a restare come prima. Bisogna spendersi oltre,
affinché ciascuno faccia la propria parte: dal singolo cittadino,
alle più importanti istituzioni come per esempio la scuola. Gli
adulti contemporanei,
possono
essere le avanguardie,
ma è necessario puntare sulle nuove generazioni sin dalla scuola
dell'obbligo. I bambini, gli adolescenti appartengono
a quelle
fasce d'età che debbono poter cominciare a “respirare” dentro e
fuori la scuola aneddoti, ricordi, tradizioni, storia locale,
piccoli brandelli di vissuto che possono o no raccordarsi con la
storia formalizzata nei
cosiddetti libri di testo. Insomma bisogna cominciare presto ad
educare generazioni in crescita attraverso un percorso con
la
storicizzazione del vissuto locale come valore culturale.
L'offerta
formativa delle scuole a tutti i livelli,
programmi,
non in solitudine,
ma unitamente con le istituzioni locali. I percorsi formativi
prevedano, all'interno delle attività culturali, impegni, nel corso
dell'anno, che contemplino ricerche in: musei, biblioteche, archivio
di stato, archivi di curia e chiese, e persino nelle interviste a
privati che hanno memoria storica di eventi accaduti in città.
Le
istituzioni locali, “battano un colpo”, nel senso di mettersi in
gioco per una cultura partecipata e non passiva, soprattutto nella
propositività e nelle soluzioni organizzative.
Impegnino
e si impegnino per le nuove generazioni si da mettere in moto un
circuito virtuoso verso beni culturali non più muti, museali,
ma “parlanti”.
Giuseppe
Cancemi
Nessun commento:
Posta un commento