L’intestazione
della scuola al pedagogista filosofo “Gabelli” mi dà La motivazione per
interloquire sul progetto di ristrutturazione realizzato dell’ITIS “Segato” che fa discutere i bellunesi. Non è un caso che quell’edificio sia stato denominato Aristide Gabelli. La titolazione di quella scuola ha un
riferimento preciso nell’innovatore della scuola primaria di un’Italia
risorgimentale appena unita. Rivoluzionario nel confutare il nozionismo, con un
apprendimento liberatorio dell’essere.
Precursore della filosofia pedagogica e didattica, relativamente recente,
dell’americano John Dewey.
Dunque,
la scuola Gabelli non può tradire lo spirito dell’organizzazione scolastica che
è impressa in quei muri che la rappresentano. Progettare la ristrutturazione di un “contenitore”
di tale “peso” sociale e culturale si può ma con una certa prudenza. Lo
spirito che aleggia sulle opere dell’uomo, come l’edificio dell’elementare
“Gabelli”, deve tenere conto non solo dell’umanità
che lo ha attraversato e dei vincoli
tecnico-urbanistici ma soprattutto della dimensione culturale che l’opera
rappresenta. Il progetto non è una mera operazione tecnica.
L’esercitazione
pratica di progettazione applicata ad un edificio scolastico come il Gabelli, fatta
dall’ITIS “Segato”, è un segnale forte di sollecitazione per la competente amministrazione
locale, un contributo didattico e un elemento di confronto culturale con gli
operatori del settore edilizio, per i suoi suggerimenti esemplificativi di
progettualità orientata al sostenibile.
Volendo
elencare alcuni vincoli da cui muovere per un restauro con criteri di
bioarchitettura e dunque ecosostenibile, bisogna prioritariamente stabilire
quale sarà la destinazione d’uso del “prodotto finito”. Qui, senza alcun dubbio
la destinazione non può che essere quella di una scuola primaria e/o per
l’infanzia. Esiste una relazione di continuità per alcuni semplici motivi che
sono il reale vincolo: standard residenziali da PRG; tempi di percorrenza (isocrone,
da casa a scuola) in base all’età; rapporti volumetrici: vuoto/pieno (corpi
edilizi, giardino) maggiormente idonei per quella fascia d’età dell’utenza.
Un
secondo vincolo di tipo ecologico-economico-gestionale va letto in termini di
input/output energetico nella realizzazione.
Un
terzo tipo di vincolo sempre di natura
ecologica, viene imposto da una crisi idrica che sta diventando sempre
più endemica, e riguarda il risparmio nei
consumi d’acqua potabile.
Nel
complesso, la sfida che ci pone il restauro
della Gabelli - perché restauro deve essere - in chiave moderna di
adeguamento funzionale, tecnico e tecnologico, comporta un aggiornamento di
parametri riconducibili a confort ambientale interno ed esterno con
raffrescamento passivo, tecnologie di
ottimizzazione dell’energia, protezione dalle radiazioni magnetiche, sicurezza
sismica, autonomia energetica, multifunzionalità e condivisione, uso di cemento
fotocatalitico (per l’abbattimento degli inquinanti organici e inorganici presenti
nell’aria), verde e fito-depurazione delle acque, ecc.
Ecco!
Sono questi gli elementi che dovranno essere messi in gioco nella sfida che
trovo stimolante nel lavoro che vuole sollecitare l’ITIS “Segato”.
Il
“metodo scientifico”, come principio, propugnato dal positivista Aristide
Gabelli, simbolicamente, può orientare quella metodologia del fare che delle
austere mura di una scuola già appartenuta ad una filosofia dell’impegno
didattico compassato, si possa ottenere
una scuola confortevole e gioiosa.
Dunque
restauro nella sua complessità per la Gabelli e non semplice maquillage più o meno funzionale!
Un‘immagine,
per dirla con Dewey , che sia “percezione operativa dell’efficienza
dell’oggetto estetico” e non rappresentazione di un modernariato senz’anima.
Giuseppe Cancemi
Giuseppe Cancemi
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