Revisione Generale del PRG
La
revisione generale del PRG, con la partecipazione attiva dei
cittadini, nelle indicazioni da formulare per dare corso alla sua
formazione, propone un atto amministrativo di importante valenza
politica. Una condivisione, che la legge regionale n. 15 del 1991,
pur se obsoleta, aveva già compreso.
Nella
nostra città, l'evento è già stato vissuto, e quello in atto è un
secondo rinnovo che si presenta, non senza nuove attese per
inadempienze realizzative pendenti e nuovi scenari di un mondo che
cambia rapidamente. Il nuovo strumento urbanistico, che ha iniziato
il suo iter, per coniugare al futuro quegli interventi che servono
per una migliore vivibilità urbana, ora, aspetta di selezionare, tra
le varie proposte, quelle indicazioni di assetto del territorio
realizzabili, cui aspira la collettività.
Caltanissetta
tra gli altri temi urbanistici, un problema endemico mai risolto,
che si ripresenta ciclicamente, lo pone il centro storico. In vari
anni si è sempre discusso di un suo recupero, ma mai convintamente e
stata fatta qualcosa per salvarlo dai crolli e dal degrado.
Ultimamente, un apposito "programma costruttivo",
relativamente ad hoc, ha aperto e chiuso un cantiere, per la
rigenerazione di un paio di abitazioni.
Purtroppo,
anche gli anni dello sviluppo edilizio, alimentato da interessi
speculativi, rivolti ad un'edilizia qualitativamente medio-bassa,
hanno prodotto solo periferie disadorne. Vari stock edilizi di queste
zone, cosiddette di espansione, in assenza di interventi manutentivi,
sono oggi anch'essi soggetti ad un degrado che si propaga. In città
è rimasto un surplus di case sfitte e un bisogno abitativo da
compensare, mai affrontato con un vero progetto di social
house.
Le
risorse economiche, di provenienza europea e nazionale di questi
anni, non sono state sufficientemente attenzionate, e quindi, sono
state lasciate sfuggire. Caltanissetta, città terziaria di lungo
corso, con un'economia prevalentemente fatta di occupati nei servizi
e nel commercio, senza una particolare vocazione di altra natura
emergente, ha resistito sì alla crisi economica di lunga durata, ma
ha perso non pochi pezzi di un'imprenditoria, che non ha saputo
rinnovarsi, come in altre realtà territoriali.
Gli
effetti di questa economia asfittica, li ritroviamo nell'aumento di
incapienza di non pochi cittadini. Complessivamente, possiamo dire
che il tessuto sociale, per gli effetti del noto fenomeno migratorio
del Mediterraneo, in qualche modo ha ricevuto una compensazione
anagrafica, nei confronti di un lento spopolamento in atto, e sono
comparsi nei quartieri di centro piccole attività artigianali, non
nuove, ma che da tempo non erano più presenti in città. Inoltre, un
altro segnale importante che la città mostra, da non sottovalutare,
viene da alcune nuove tendenze di business,
nelle attività di nicchia verso le risorse naturali e culturali in
generale.
In
questo quadro socio-economico non certo esaltante, per una più che
necessaria ripresa della Comunità nissena, la sfida è ardua e
l'occasione di un evento coinvolgente non basta. Bisogna convincersi
e convincere che l'occasione può diventare opportunità se si
potenziano gli elementi di forza e si riducono quelli di debolezza.
Nel
metodo, scontato che l'obsoleto modello urbanistico finora in uso, ha
relativamente, esaurito il suo compito di normare principalmente
l'espansione edilizia. O almeno, non ha più una prevalente
motivazione regolativa della trasformazione dei suoli (da agricoli a
urbani). Nasce l'idea, che il modo più consono di pensare quale
città si vuole in futuro, comporta un minimo di considerazioni sul
punto cui è giunto il dibattito urbanistico a livello nazionale.
La
città contemporanea, qual è Caltanissetta, forse, non ha conosciuto
molto del “federalismo” a macchie di Leopardo italiano, che
localmente in urbanistica ha modificato qualcosa. Il Regolamento
Edilizio Tipo/Unico (RET/REU), per esempio, è presente in 11
regioni, così come conosciuto da altre regioni è anche il consumo
di suolo zero.
In
Sicilia, nel suo dibattito corrente, l'urbanistica ha forse ignorato
alcuni passaggi e siamo solo in attesa della riforma urbanistica.
Nella
revisione del PRG che vogliamo, si può pensare al punto in cui si è
giunti, di organizzare un piano strutturale olistico, articolato tra
piano strategico e progetto, per uno strumento sistemico in grado di
coniugare insieme: ambiente,
infrastrutture e insediamento.
Il
Partito Democratico, con la nuova pianificazione orientata verso un
piano strutturale, che discende dal dibattito urbanistico corrente,
trova che almeno due esperienze del passato nella pianificazione
inducono a riflettere: una si riferisce alla complessità e alle
lungaggini dei processi e l'altra riguarda la dilatazione degli spazi
urbani a spese della campagna non più sostenibile. I nuovi
orientamenti, che si ritrovano nel modo di affrontare la revisione
del PRG, si dimostrano tendenzialmente favorevoli ad una
trasformazione urbana rigenerativa, come prezioso ausilio per una
città che decide e programma di ripartire.
Comunque,
per il PD di Caltanissetta l'ambizione progettuale da realizzare,
passa per una smart
city
accessibile a tutti,
che in progress,
negli anni a venire, anche con piccoli passi, possa rendere sempre
più concreto questo obiettivo.
Il
contenuto in termini non esaustivi, e volutamente esemplificativo
nelle righe che seguono, vuole essere per la revisione generale del
PRG, una traccia, un canovaccio di discussione che il PD intende
mettere a confronto con le altre proposte dei cittadini.
Uno
degli aspetti che fa discutere, in questo ultimo mezzo secolo, è il
sovradimensionamento delle città e la dispersione degli immobili sul
territorio, ascrivibile, per la maggior parte, alla cosiddetta
rendita di posizione. Per intendersi, quella che ha maggiormente
prodotto la speculazione edilizia.
Caltanissetta,
lo sappiamo, ci rientra. Non sembra, ma anche la nostra città è
sparsa ed estesa, come tante altre, nel territorio con: marcate
periferie, villettopoli, borghi e frazioni.
Il
fenomeno della dispersione delle costruzioni in ogni luogo, ha
comportato forti squilibri territoriali. Il
contrasto all'esistente diffusione/dispersione insediativa, infatti,
è diventato una necessità. Alcuni sevizi urbani, sono diventati
difficili, o quantomeno disagevoli nella loro fruizione. Le soluzioni
di carattere edilizio che impermeabilizzano il suolo sono da evitare.
Meglio decentramenti funzionali, anche attraverso servizi on
line,
diventati sempre più soluzioni praticabili per i costi in generale,
più contenuti.
La
pressione antropica, con le sue invadenti costruzioni edilizie, ha
indebolito ogni parte del territorio italiano. Pensare ad una nuova
difesa per un territorio già fragile, e ora maggiormente
vulnerabile, per le nuove non più sporadiche, condizioni climatiche
e atmosferiche, diventa una necessità cogente. Più attenzione, è
dunque richiesta, anche per i sistemi idraulici urbani e
complessivamente e per quelli di regimazione e convogliamento delle
acque piovane.
Il
problema dei Rifiuti Solidi Urbani, altro tema territoriale, quasi
sempre in emergenza, va strutturalmente riorganizzato e ripensato,
sapendo che alcune decisioni e dunque scelte, debbono essere fatte
perché non più rinviabili. Pena, la centrifugazione della città,
fuori totalmente dagli standard europei di vivibilità urbana. I nodi
più importanti per il servizio da sciogliere, riguardano lo
smaltimento delle frazioni “secco” e "umido"dai
rifiuti. Per il primo un termovalorizzatore di ultima generazione
ancora non c'è. E si discute all'infinito senza avere trovato alcuna
soluzione. Per la frazione umida, invece, resta il dubbio
sull'effettivo smaltimento in discarica controllata.
Il
nucleo urbano allargato, le cui funzioni direzionali sono svolte da
centro storico e zona “Palmintelli”, per la specificità
consolidata, da un punto di vista strutturale va riformato in senso
distributivo dei servizi, ferma restando la doppia centralità nei
confronti del territorio. I quattro antichi quartieri di centro,
attraverso il loro recupero, possono, invece, costituire un rilancio
al ripopolamento.
Coppie
di giovani ed anziani, incoraggiati da canone concordato e da una
dimensione di città a misura d'uomo, sono l'opportunità per ridare
linfa a quella residenza ritenuta, da tempo, poco appetibile, e
rilanciare un commercio di vicinato che si va spegnendo.
Anche
la relativamente recente riforma del catasto, può contribuire a
governare il bisogno abitativo dei nisseni se coadiuvato da un
apposito ufficio comunale per la casa.
Caltanissetta
ha un suo cimitero, con una parte storica-monumentale che va
tutelata, e una parte nuova che comincia a necessitare di un
ampliamento, possibilmente in altra zona pianeggiante e facilmente
raggiungibile da mezzo mobile. Non diversamente, si profila anche la
necessità che la città pensi di dotarsi di qualche area a parco e
un cimitero per gli animali di affezione.
Il
territorio nisseno,
nodo trasportistico
strategico per
la sua centralità, rispetto al resto dei comuni siciliani, specie
per il vicino interscambio ferroviario (Xirbi), possiede una valenza
economica potenziale di rilievo, specie per la distribuzione di
merci. Un punto di forza non trascurabile per l'insieme delle risorse
locali. Pertanto, la necessità degli eventuali ampliamenti
strutturali,
per gli scambi intermodali,
va ricercata negli spazi indecisi o nelle dismissioni, e relazionata
con altre esistenti sovraordinate pianificazioni.
Nuove
idee e nuove prospettive architettoniche, per la massima
accessibilità della città sono i nuovi ambiti di una ricerca che
l'Universal
Design
da tempo propone e pratica, riconoscendo che esigenze ed abilità
diverse delle persone sono una risorsa. Caltanissetta, volendo fare
propria
l'idea
di una città accessibile, come già detto, può con l'occasione
proporre, con incentivi, agli ordini professionali competenti di
cimentarsi per esempio, con i temi della deambulazione, o della
percezione dei luoghi.
Il
PD nisseno, pensa e si rende interprete propositivamente, che altri
modi creativi di intendere l'armatura urbana, possono concepire una
maggiore e migliore accoglienza e convivialità, adeguando e creando
strutture che rendano indifferente, la fruibilità urbana di persone
le cui abilità individuali sono diversificate.
Il
sistema infrastrutturale che serve la nostra città, nella sua
molteplicità di forme e competenze in cui si realizza, rappresenta
l'insieme “materiale” dei volumi e degli spazi nonché la
“immateriale” logistica che organizza tutti i servizi.
Costituisce, “corpo” ed “anima” di ciò che distingue
l'offerta qualitativa del territorio.
Non
tutto il sistema dei servizi, ha trovato nell'attuale assetto urbano
contemporaneo, una concorde interazione. Con l'occasione del nuovo
PRG, la pianificazione che riguarda gli aspetti infrastrutturali, può
e deve recuperare le migliori pratiche, per esempio nella mobilità,
dove l'inquinamento da trasporto sia privato che pubblico, di segno
contrario alla ricercata riduzione di CO2 del (patto dei Sindaci),
perpetua l'insostenibilità.
Caltanissetta,
tra il surplus edilizio, annovera anche volumi e spazi di proprietà
erariale, che per la loro posizione strategica in città, possono
essere rigenerati per nuove funzioni integrative di servizi. Caserma
Capitano Franco e antenna RAI sono emblematici per funzioni diverse
che possono svolgere. L'ex presidio militare con il suo volume e il
circostante verde, in area abitativa diventata soprassatura di
abitanti, rispetto agli standard residenziali di progetto, può
essere convertita in utile integrazione. Invece l'antenna, componente
dubitato (per le sue radiazioni non ionizzanti) come elemento di
forza del nostro territorio se si vuole, può essere riutilizzata
come elemento strategico per la protezione civile su scala nazionale
o per
un Wi-Fi di ampio raggio. Oppure, a scala più ampia per la sicurezza
comunicativa in caso di calamità nazionali per la protezione civile
(dalle Alpi alle piramidi), o anche a sede partner per la diffusione
radio e tv (DTT o DVB-T) e forse per altro ancora.
Non
ultimo, ma pienamente concorrente nel sistema città, entra
l'ambiente.
Terreni agricoli, verde pubblico (parchi urbani e suburbani),
alberature dei viali e, le aree naturali come aree relitto di natura
ambientale naturale (Riserve, aree protette) sono gran parte
dell'ambiente che concorre alla idea di piano, ma bisogna stabilire
come.
Il
territorio nisseno, ha un suo suolo agricolo esteso, tra incolto e
colture prevalenti di cereali, che andrebbe studiato per una
possibile conversione. Non necessariamente in termini di prodotti.
Un'alternativa proponibile, sta nelle condizioni che possono favorire
una ripresa dell'agricoltura, per esempio, nell'organizzazione in
termini produttivi e strutturali di tipo industriale. Trasporti e
mercati, come elementi strutturali innovativi da inserire nel
processo produttivo agricolo, potrebbero rinvigorire la produzione
dell'agro nisseno in termini economici e occupazionali.
Un
luogo coerente tipo come immagine di ambiente naturale che si accosta
al verde rurale, nel nostro caso il Fiume Imera Meridionale,
solitamente viene più visto come elemento cartografico di confine
amministrativo. Oppure, come semplice corso d'acqua.
Eppure,
non è solo natura ma anche cultura e riferimento per il tempo
libero. Con le sue diversità biologiche o le testimonianze di raro
valore storico che rappresenta sono un altro punto di forza del
nostro territorio. Il suo attraversare tutta la Sicilia da Nord a Sud
e i ritrovamenti archeologici sono elementi vivi che raccontano i
tempi delle generazioni vissute lungo le sue sponde.
La
tutela della Valle dell'Imera Meridionale, sotto forma di Riserva
Naturale
Orientata, rimane come esempio di una scelta illuminata di
conservazione di ambiente naturale, che la città ha saputo
mantenere.
Il
resto, l'ambiente verde in carico all'uso cittadino, come giardini
pubblici, parchi e verde di arredo urbano, nel quadro di un rinnovo
della pianificazione, in uso come tanti altri servizi
infrastrutturali, con rara o totale mancanza di manutenzione,
sicuramente va restaurato e ricalcolato nel suo dimensionamento
(standard) rispetto alla popolazione.
Insomma,
Caltanissetta alla fine, dovrà fissare nello strumento urbanistico
sempre più “strutturale” e meno “regolativo” alcuni
“paletti”, e stabilire quali punti di forza debbano orientare la
governance
della
generale revisione del PRG.
Le
sinergie tra pubblico e privato e le politiche di settore, sono il
background
richiesto dallo sviluppo socio-economico di cui ha necessità
Caltanissetta.
La
pianificazione strategica del PRG può essere uno strumento che
coniuga insieme questi fattori.
Infine, questo documento pur non esaustivo, vuole dare un
contributo fattivo, alla preparazione delle
direttive,
previste per la Revisione Generale del PRG.
I
nuovi orientamenti, alla luce del corrente dibattito urbanistico,
daranno l'occasione per una diversa formulazione interpretativa,
utile al territorio nisseno, grazie ad un aggiornato processo locale
di pianificazione che sicuramente emergerà.
L'occasione offerta dalla revisione, non sarà il
solito insieme di carte richieste dalla burocrazia, a volte
impropriamente considerato: “libro dei sogni”, se si riesce, tra componenti sociali, a mettere insieme proposte reali e utili
per un combinato
sistema
inclusivo
di ambiente, infrastrutture e insediamento, coerente con la
sostenibilità.
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