Parte II
Urbanistica
Tratti
socio-economici
Caltanissetta, città
terziaria di lungo corso, transitata per i settori: primario e
secondario, attualmente registra un'economia prevalentemente fatta di
occupati nei servizi e nel commercio. La crisi economica che ancora
dura, ha particolarmente colpito il settore delle costruzioni
edilizie e fatto perdere non pochi pezzi all'imprenditoria di questo
settore, che a fronte delle difficoltà, non ha approfittato per
rinnovarsi, come in altre realtà territoriali.
Il morso della generale
crisi economica, ha paralizzato un po' tutte le attività economiche,
ma come per effetto domino, l'edilizia, ha trascinato anche il
settore immobiliare e il suo indotto.
Le risorse economiche di
provenienza europea e nazionale di questi anni, o sono state
dissipate attraverso progetti incoerenti per i bisogni dei luoghi, o
non sono state sufficientemente attenzionate, e quindi, sono state
sperperate o lasciate sfuggire.
Gli effetti di questa
economia asfittica, purtroppo si ritrovano nell'aumento d'incapienza
di non pochi cittadini.
Complessivamente
possiamo dire che l'economia del territorio, non fa vivere bene tutti
gli insediati. La scarsità di lavoro ne è la causa principale. Il
tessuto sociale autoctono, ai fini anagrafici è in decremento ma per
gli effetti del noto fenomeno migratorio del Mediterraneo esiste un
certo riequilibrio. In qualche modo una compensazione di segno
positivo, nei confronti di un lento spopolamento, dà stabilità alla
popolazione nissena.
Oltre alla degradazione
dei quartieri periferici, un fenomeno del tutto nuovo di tendopoli e
di alloggi di fortuna in estrema periferia e in centro storico ha
fatto la sua comparsa e tenta di stabilizzarsi. Nei quartieri del
centro, oltre alla comparsa di alloggi acconciati in edifici
fatiscenti, si sono attivate anche piccole attività artigianali non
nuove, ma che da tempo non erano più presenti in loco. Molti
esercizi di vicinato, per la comparsa della grande distribuzione e
dei vari centri commerciali, facendo fatica a resistere, sono del
tutto spariti. La città comunque non si è completamente arresa.
Qualche segnale da non sottovalutare è comparso. Nuove tendenze di
business in
centro, di ristorazione, di qualche
attività di nicchia verso le risorse naturali e culturali in genere,
iniziano a comparire.
In questo quadro
socio-economico non certo esaltante, per una più che necessaria
ripresa della Comunità nissena, la sfida è ardua e l'attesa di un
finanziamento statale (tra 'altro sfumato, al momento) e la revisione
del PRG, non bastano.
Bisogna convincersi e
convincere che è più facile rimboccarsi le maniche.
Meglio cercare di
inventarsi altre occasioni, magari pescando nelle risorse
territoriali disponibili e nei punti di forza strategici del
territorio, facendoli diventare opportunità.
Bisogna in altri
termini, potenziare gli elementi di forza e neutralizzare quelli di
debolezza.
L'insediamento
Uno degli aspetti che fa
discutere, e non poco, in questo ultimo mezzo secolo, è il
sovra-dimensionamento della città e la dispersione degli immobili
sul territorio, in massima parte dovuto alla speculazione edilizia.
Tale
fenomeno con marcate periferie fatte di villettopoli, borghi e
frazioni, ha comportato forti squilibri territoriali e nocumento ad
alcuni servizi urbani, che sono diventati difficili, o quantomeno
disagevoli se non scadenti nella loro fruizione.
Purtroppo, dopo la
seconda guerra mondiale con la ricostruzione e successivamente col
boom economico degli anni 60', lo sviluppo edilizio fortemente
alimentato da interessi speculativi, ricordato anche come quello de:
“le mani sulla città”, ha prodotto a Caltanissetta un'edilizia
qualitativamente medio-bassa e di periferie disadorne.
I vari stock edilizi di
queste zone cosiddette di espansione, come in centro, in assenza di
interventi manutentivi, hanno subìto un degrado d'immagine che si va
diffondendo. In una città di circa 60 mila abitanti sono state
costruite abitazioni con un doppio numero di stanze rispetto a quello
ritenuto ottimale dagli standard residenziali, di un abitante per
vano.
Il risultato di una
questione abitativa mai governata da tutte le amministrazioni
Comunali passate nel tempo, ha lasciato in città un surplus di case
sfitte, e un bisogno abitativo da compensare mai affrontato con un
vero progetto di social house.
Il centro storico è
l'altra dolente nota urbanistica.
Per qualche ignoto
maleficio, a Caltanissetta il cuore della città non è molto amato.
Un problema endemico mai risolto che viene ripreso ciclicamente,
riguarda il suo abbandono inarrestabile. In vari anni si è sempre
discusso e se ne continua a discutere di un suo recupero, ma mai
convintamente è stata fatta qualcosa per salvarlo dai crolli e dal
degrado. Un quinquennio fa, ancora un tentativo con apposito
"programma costruttivo", doveva servire alla rigenerazione
di un paio di abitazioni ma è stato fermato da un ricorso. Il
cantiere è stato chiuso ma è rimasto un contenzioso che ancora non
si è risolto.
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