LE SCELTE URBANISTICHE DEBBONO ESSERE POLITICHE
L'allegato documento che circola, circa
una revisione del PRG di Caltanissetta, sembra essere un mix tra un
flebile contenuto di scelta partecipata e una staccata burocratica
applicazione esecutiva. Sembra marcare un annunciato assemblearismo
che può scadere in partecipazionismo fine a se stesso. La
riorganizzazione di una città dove i cittadini finora sono rimasti
illustri sconosciuti ai cosiddetti piani da sempre studiati
rigorosamente solo a tavolino, promuovere assemblee sia pure con la
presenza di istituzioni, enti ed associazioni può sembrare
“rivoluzionario”, ma tale non è. Enunciare vagamente una
riqualificazione del centro storico, una
rivisitazione
dell'espansione urbanistica o un'organizzazione viaria non ci
entusiasma, anzi ci fa temere altri condivisi e non, prevedibili
nuovi scempi. Per esempio, in una città come la nostra, persino
semplicemente usare l'espressione espansione dovrebbe essere
proibito. Le zone di una città che si è estesa eludendo gli
standard residenziali e che ha edificato per oltre due vani per
abitante (senza avere risposto alla domanda di casa e di vivibilità),
sono sotto gli occhi di tutti.
Ancora una volta non si fa alcun cenno
a come far fronte ai bisogni, pregressi e futuri, degli abitanti di
risiedere, abitare, spostarsi e lavorare.
Le scelte per la città non sono un
fatto tecnico ma solo ed esclusivamente espressioni di volontà
politica in cui ai tecnici viene affidata l'interpretazione.
Si prende atto di questo documento che
non dichiara una volontà di inversione di tendenza. Ci aspettiamo,
comunque, un documento politico di intenzioni dell'Amministrazione
circa il prossimo strumento urbanistico che si vuole sottoporre a
revisione, avendo in mente un'idea di città come impianto sistemico
per un progettato sviluppo prima sociale e poi economico.
Giuseppe Cancemi
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