Aggiungi...


Condividi questo articolo

giovedì 20 marzo 2014

STOP AL CONSUMO DI SUOLO AGRICOLO



BELLUNO: COL CAVALIER


Espansione edilizia. Per la Giunta 
comunale,

si può fare!



Le diatribe tra parti (rappresentanti di partito e non) di diversa opinione, classificate non di rado con un eufemismo: confronto politico, da tempo, non muovono più da una oggettività del contendere, ragionata e pacata, ma piuttosto da una più generale pregiudiziale divergenza dei contendenti. Anche nelle contese locali, Belluno nel nostro caso, si scimmiottano le artificiose polemiche offerte della cosiddetta “casta”, cui assistiamo quotidianamente nei media. Purtroppo, anche gli amministratori locali di lungo corso e “tecnici”, oramai, si sono omologati ai politici nazionali. Sono sempre acidi alle domande e rispondono in maniera anche indispettita e piccata o si rifugiano in evasive risposte, forse sapendo di non essere più tollerati, perché assimilati alla casta. La pregressa critica sull'edificazione a Col Cavalier riaccesasi per l'ok al recente intervento edilizio, si rinfocola in questi giorni, per le risposte dell'assessore all'urbanistica, a dir poco ingenue per uno del mestiere (già presidente dell'ordine degli architetti di BL), e del Sindaco più stizzita. Basti pensare che l'Assessore all'urbanistica, le osservazioni e le opposizioni fatte da Italia Nostra (associazione nazionale di lunga esperienza e competenza) e dal Comitato civico Col Cavalier, le liquida come “generali” e “non puntuali”. Che dire da amministrato della superficialità che traspare dalla laconica risposta verso le competenti osservazioni fatte da Italia Nostra? Per l'Assessore, sono considerate osservazioni generali e non puntuali le segnalazioni che esprimono grosse perplessità sulla fragilità di carattere geotecnico e idrogeologico dell'area interessata. L'osservazione di contrarietà ad una nuova edificazione in un'area catalogata di pericolosità limitata, ma posta in prossimità di un territorio gravemente instabile” non basta! Per non parlare del pregio paesaggistico che si andrà a compromettere o dell'invasione urbanizzativa dell'area a destinazione e vocazione agricola. Poca cosa per l'Assessore. In compenso, il Sindaco in persona, ad altra critica mossa da un Consigliere comunale, risponde divagando e burocraticamente arroccandosi all'impossibilità, per legge, di negare l'intervento edilizio in Col Cavalier. Ne fa una questione burocratica e di osservanza della legge urbanistica, dimenticando che in zona agricola vige sempre, al di sopra della norma regionale, la regola nazionale, per le costruzioni a destinazione agricola, dello 0,03mc/mq. E comunque, il contenimento o meglio stop al consumo di suolo, riconosciuto anche da organizzazioni come la Confedilizia e altri Enti simili, non è uno slogan vuoto. Sappiamo bene che un'antropizzazione a tutti i costi non è più né utile né necessaria, specie dove le peculiarità idrogeologiche e l'assetto paesistico, se violati, i danni, si ritorcono anche su coloro che li hanno causati.
Senza volermi associare a chi ne fa del caso, una “questione di lana caprina”, vorrei semplicemente e solo, rammentare, che basta la fragilità del territorio di montagna a giustificare – a garanzia di tutti - le limitazioni e i dinieghi che si impongono in simili situazioni, utili a prevenire concause nei dissesti della montagna.
Una diversa decisione deve fare riflettere sulla palese contraddizione che si instaura tra il volere costruire a tutti i costi e la messa in sicurezza del territorio, se non si vuole piangerne le conseguenze in tempi, che possono reputarsi anche remoti, ma che arrivano... arrivano!

Belluno, 21/03/2013



Giuseppe Cancemi



GAZZETTINO DI BELLUNO
Belluno, 16/04/2014
          ha pubblicato  la lettera già vista sul Corriere delle Alpi e su questo blog...

Il Sindaco ha risposto...
via e-mail direttamente:
"Sig. Cancemi,

ho letto stamattina la Sua lettera sul giornale, sulla quale mi permetto di fare delle puntualizzazioni.

1) quanto alla "genericità" delle osservazioni: tali sono, sotto il profilo tecnico, quelle depositate. Gli uffici le hanno respinte in toto, non essendo appunto...puntuali. Mi spiego meglio per non essere frainteso: se scrivo "quel terreno è di pregio", faccio una osservazione generica; se invece indico le norme che lo rendono inedificabile perché di pregio, faccio una osservazione puntuale.
Su questo, ovviamente, puntualizzo che sono gli uffici che studiano e motivano l'accoglimento o il respingimento delle osservazioni e non certo l'Assessore o il Sindaco.

2) quanto alla rilevata "stizza" in qualche nostra replica, non mi pare che nessuno si sia mai stizzito; le uniche occasioni di confronto più acceso sono state quelle di dibattito con alcuni Consiglieri Comunali che asserivano sapere che purtroppo sul col cavalier non poteva negarsi l'autorizzazione, salvo poi sulla stampa, per pura demagogia, dichiarare esattamente il contrario.

3) le nuove norme derogano dalle "tutele" per i terreni agricoli, e questo lo sanno in pochi, evidentemente Lei compreso stando a quanto ha scritto. Ergo, i proponenti hanno diritto di costruire ed gli uffici non hanno la possibilità di negare l'autorizzazione, pena il risarcimento del danno, né la Giunta ha tale potere, a pena di abuso d'ufficio.

4) condivido con Lei la fragilità del nostro territorio, ed è per questo che a livello nazionale e regionale sia l'Assessore Frison, sia il sottoscritto, siamo in prima linea per aggiustare norme pericolose, come quelle del piano casa Ter, come avrà appreso anche dalla stampa nazionale. Pensi che il caso del Col Cavalier è stato portato all'Anci regionale e all'Anci nazionale come caso emblematico per dimostrare l'assurdità di norme che vincolano i comuni a dire di sì in situazioni assolutamente assurde ed in deroga a qualunque tutela.

5) Stiamo lavorando molto per difendere il territorio, tant'è che: entro l'anno avvieremo il PAT, abbiamo negato edificazioni per 78.000 metri cubi in zona agricola (là per fortuna avevamo la Legge dalla nostra parte) e siamo i primi in Veneto che hanno applicato il principio del "metri cubi a saldo zero" nell'applicare la norma che consente la riconversione delle aree bianche in edificabili, sottraendoli al famigerato Masterplan di Cavarzano.

In conclusione, gli indirizzi di un'amministrazione vengono portati avanti con tutti gli strumenti possibili e, ad oggi, credo anche con buoni risultati; essi, tuttavia, non possono collidere con le norme. e' un principio fondamentale per il funzionamento del sistema nel nostro complesso. Altra cosa è il "cambiare le regole sbagliate", su cui ci stiamo lavorando, e molto, a Roma e a Venezia.
Le norme sul Col Cavalier blindano i proponenti. E, mi permetta, lo sanno bene anche alcuni del Comitato di Col Cavalier, che hanno una storia tutta particolare sulla lottizzazione,

Cordiali saluti,
Jacopo Massaro"

La mia contro-risposta...
via e-mail
Belluno, 18/4/2014
Egr. sig. Sindaco,

intanto, grazie per il tempo che ha voluto dedicare alla lettura e alla relativa risposta delle mie osservazioni da comune cittadino sulla questione di Col Cavalier.
Nelle Sue obiezioni, organizzate per punti, noto che si possono leggere due aspetti della problematica, uno di carattere burocratico-amministrativo e l'altro politico. Per quest'ultimo in parte ritengo di poter collimare mentre per l'aspetto tecnico dissento e quindi provo a dialogare.
In relazione alla Sua garbata puntualizzazione, se proprio la vogliamo dire tutta, dobbiamo partire da un punto fermo: non mi risulta che la legge urbanistica nazionale possa essere derogata (da leggi regionali, regolamenti, etc.) sia pure con lunghi discorsi o giri di parole che poi alla fine non permettono di allontanarsi da ciò che esprime un principio. Il decreto ministeriale 2/4/1968, n. 1444, per citarne uno, è tra le fonti del diritto urbanistico, vigente, e in particolare il punto di riferimento che deve fare riflettere sul nostro caso. L'art. 7 così recita: (Limiti di densità edilizia) “ Zone E): è prescritta per le abitazioni la massima densità fondiaria di mc 0,03 per mq.”, intendendo, per zone E, le cosiddette zone bianche o agricole. Il principio della bassa densità edilizia sta a significare che il suolo agricolo deve rimanere tale, con volumetria del costruito commisurata alla superficie e al servizio dell'attività agricola e ferma restando la sua destinazione d'uso. Non a caso le aree agricole o rurali sia in dottrina che in giurisprudenza hanno sempre avuto una considerazione diversa dalle altre zone urbanistiche. In buona sostanza nelle zone agricole l'indice di edificabilità sta ad esprimere una diversa connotazione di quelle zone dal carattere “ambientale”, rispetto a tutte le altre aree territoriali. Posto il principio delle zone rurali, ben poco penso di aggiungere agli altri due aspetti che afferiscono al paesaggio e alla fragilità del territorio che giustamente Lei riconosce e difende nelle opportune sedi.
Tanto per esemplificare in merito alle controdeduzioni usate per respingere le osservazioni, a mio giudizio non convincenti, fatte nella deliberazione di Giunta Comunale n. 216 del 25/11/2013, rilevo:
- che “soli 2500 mc corrisponde a tre unità abitative” non è un conteggio esatto.
Un alloggio medio è di circa 300 mq, dunque, siamo in presenza di almeno 8 unità abitative che aumentano sicuramente la pressione antropica più del doppio di quella ipotizzata. Sminuire, può sembrare una bugia, che comunque non serve a giustificare una politica del territorio diversa da quella che non sottovaluta i rischi, evita l'inutile spreco di suolo e favorisce una conservazione della peculiarità dei luoghi;
- si riconosce una “ zona a pericolosità moderata” come assoluzione escludente di un rischio quasi sempre imponderabile, all'osservazione di Italia Nostra che segnala l'area chiamandola “di pericolosità limitata ma posta in prossimità di un territorio gravemente instabile;” rifacendosi ad una responsabilità assicurata da altri Enti (Genio Civile, BIM, etc.…) che si esprimono con un linguaggio di compatibilità prudente e tecnici, terzi, che comunque non sottovalutano ma anzi pongono prescrizioni;
- si annota uno strano contenimento del consumo di suolo concepito con l'espressione:
che limitano l'ambito d'intervento a sud e quindi il consumo di suolo agricolo, entro la fascia di rispetto dell'elettrodotto;”
vale a dire che il consumo di suolo viene contenuto non uscendo dalla fascia di rispetto dell'elettrodotto, cioè in zona che dovrebbe rimanere sgombra. Mi chiedo e chiedo ma la fascia di rispetto non serve per tenere lontane le persone dalla rete anche da eventuali rischi, nel caso, da radiazioni elettromagnetiche?
E l'obbligo di conformarsi alla destinazione impressa al suolo in funzione di salvaguardia della programmazione urbanistica?
Per non parlare dell'alterazione del paesaggio che comportano 2500 mc di nuovo volume edilizio.
Si potrebbe ancora continuare, però penso che questi semplici esempi siano puntuali e da soli dovrebbero bastare per riflettere.
Per concludere, merita una chiosa la Sua asserzione nella mail che si riferisce a “ le nuove norme derogano dalle "tutele" per i terreni agricoli” da me ignorate. Se mi permette, la cosiddetta deroga - che deroga non è - non è un automatismo che il cosiddetto “Piano casa” rimuove nei confronti di un principio in difesa delle zone agricole, ma non voglio disquisirne. Ricordo soltanto che la legge, nell'intento di rilanciare il lavoro nell'edilizia, ha finito col creare un sicuro contenzioso per false attese di rientro dalla finestra di ciò che da sempre è stata combattuta: la lottizzazione in zona agricola.
Capisco che per arginare questa ondata di nuova edilizia, che appare fallimentare ai fini del lavoro ma che potrebbe portare altro cemento, ci vuole la volontà politica della sfida nelle aule giudiziarie.
Infine, riconoscendoLe una storia politica Sua personale di spirito democratico, non posso fare a meno di farLe notare che le osservazioni e le opposizioni, che le leggi urbanistiche ammettono, sono un atto formale che a mio personale parere non esauriscono i principi della partecipazione e della condivisione, specie per decisioni che non possono essere prese in solitudine anche se da persone con ampie deleghe e tecnici di lungo corso.

Cordiali saluti

Giuseppe Cancemi

Nessun commento:

Posta un commento