BELLUNO: COL CAVALIER
Espansione edilizia. Per la Giunta comunale,
si può fare!

Senza
volermi associare a chi ne fa del caso, una “questione di lana
caprina”, vorrei semplicemente e solo, rammentare, che basta la
fragilità del territorio di montagna a giustificare – a garanzia
di tutti - le limitazioni e i dinieghi che si impongono in simili
situazioni, utili a prevenire concause nei dissesti della montagna.
Una
diversa decisione deve fare riflettere sulla palese contraddizione
che si instaura tra il volere costruire a tutti i costi e la messa in
sicurezza del territorio, se non si vuole piangerne le conseguenze in
tempi, che possono reputarsi anche remoti, ma che arrivano...
arrivano!
Belluno,
21/03/2013
Giuseppe Cancemi
Il Sindaco ha risposto...
via e-mail direttamente:
"Sig. Cancemi,
ho letto stamattina la Sua lettera sul giornale, sulla quale mi permetto di fare delle puntualizzazioni.
1) quanto alla "genericità" delle osservazioni: tali sono, sotto il profilo tecnico, quelle depositate. Gli uffici le hanno respinte in toto, non essendo appunto...puntuali. Mi spiego meglio per non essere frainteso: se scrivo "quel terreno è di pregio", faccio una osservazione generica; se invece indico le norme che lo rendono inedificabile perché di pregio, faccio una osservazione puntuale.
Su questo, ovviamente, puntualizzo che sono gli uffici che studiano e motivano l'accoglimento o il respingimento delle osservazioni e non certo l'Assessore o il Sindaco.
2) quanto alla rilevata "stizza" in qualche nostra replica, non mi pare che nessuno si sia mai stizzito; le uniche occasioni di confronto più acceso sono state quelle di dibattito con alcuni Consiglieri Comunali che asserivano sapere che purtroppo sul col cavalier non poteva negarsi l'autorizzazione, salvo poi sulla stampa, per pura demagogia, dichiarare esattamente il contrario.
3) le nuove norme derogano dalle "tutele" per i terreni agricoli, e questo lo sanno in pochi, evidentemente Lei compreso stando a quanto ha scritto. Ergo, i proponenti hanno diritto di costruire ed gli uffici non hanno la possibilità di negare l'autorizzazione, pena il risarcimento del danno, né la Giunta ha tale potere, a pena di abuso d'ufficio.
4) condivido con Lei la fragilità del nostro territorio, ed è per questo che a livello nazionale e regionale sia l'Assessore Frison, sia il sottoscritto, siamo in prima linea per aggiustare norme pericolose, come quelle del piano casa Ter, come avrà appreso anche dalla stampa nazionale. Pensi che il caso del Col Cavalier è stato portato all'Anci regionale e all'Anci nazionale come caso emblematico per dimostrare l'assurdità di norme che vincolano i comuni a dire di sì in situazioni assolutamente assurde ed in deroga a qualunque tutela.
5) Stiamo lavorando molto per difendere il territorio, tant'è che: entro l'anno avvieremo il PAT, abbiamo negato edificazioni per 78.000 metri cubi in zona agricola (là per fortuna avevamo la Legge dalla nostra parte) e siamo i primi in Veneto che hanno applicato il principio del "metri cubi a saldo zero" nell'applicare la norma che consente la riconversione delle aree bianche in edificabili, sottraendoli al famigerato Masterplan di Cavarzano.
In conclusione, gli indirizzi di un'amministrazione vengono portati avanti con tutti gli strumenti possibili e, ad oggi, credo anche con buoni risultati; essi, tuttavia, non possono collidere con le norme. e' un principio fondamentale per il funzionamento del sistema nel nostro complesso. Altra cosa è il "cambiare le regole sbagliate", su cui ci stiamo lavorando, e molto, a Roma e a Venezia.
Le norme sul Col Cavalier blindano i proponenti. E, mi permetta, lo sanno bene anche alcuni del Comitato di Col Cavalier, che hanno una storia tutta particolare sulla lottizzazione,
Cordiali saluti,
Jacopo Massaro"
La mia contro-risposta...
via e-mail
GAZZETTINO DI BELLUNOha pubblicato la lettera già vista sul Corriere delle Alpi e su questo blog...
Belluno, 16/04/2014
Il Sindaco ha risposto...
via e-mail direttamente:
"Sig. Cancemi,
ho letto stamattina la Sua lettera sul giornale, sulla quale mi permetto di fare delle puntualizzazioni.
1) quanto alla "genericità" delle osservazioni: tali sono, sotto il profilo tecnico, quelle depositate. Gli uffici le hanno respinte in toto, non essendo appunto...puntuali. Mi spiego meglio per non essere frainteso: se scrivo "quel terreno è di pregio", faccio una osservazione generica; se invece indico le norme che lo rendono inedificabile perché di pregio, faccio una osservazione puntuale.
Su questo, ovviamente, puntualizzo che sono gli uffici che studiano e motivano l'accoglimento o il respingimento delle osservazioni e non certo l'Assessore o il Sindaco.
2) quanto alla rilevata "stizza" in qualche nostra replica, non mi pare che nessuno si sia mai stizzito; le uniche occasioni di confronto più acceso sono state quelle di dibattito con alcuni Consiglieri Comunali che asserivano sapere che purtroppo sul col cavalier non poteva negarsi l'autorizzazione, salvo poi sulla stampa, per pura demagogia, dichiarare esattamente il contrario.
3) le nuove norme derogano dalle "tutele" per i terreni agricoli, e questo lo sanno in pochi, evidentemente Lei compreso stando a quanto ha scritto. Ergo, i proponenti hanno diritto di costruire ed gli uffici non hanno la possibilità di negare l'autorizzazione, pena il risarcimento del danno, né la Giunta ha tale potere, a pena di abuso d'ufficio.
4) condivido con Lei la fragilità del nostro territorio, ed è per questo che a livello nazionale e regionale sia l'Assessore Frison, sia il sottoscritto, siamo in prima linea per aggiustare norme pericolose, come quelle del piano casa Ter, come avrà appreso anche dalla stampa nazionale. Pensi che il caso del Col Cavalier è stato portato all'Anci regionale e all'Anci nazionale come caso emblematico per dimostrare l'assurdità di norme che vincolano i comuni a dire di sì in situazioni assolutamente assurde ed in deroga a qualunque tutela.
5) Stiamo lavorando molto per difendere il territorio, tant'è che: entro l'anno avvieremo il PAT, abbiamo negato edificazioni per 78.000 metri cubi in zona agricola (là per fortuna avevamo la Legge dalla nostra parte) e siamo i primi in Veneto che hanno applicato il principio del "metri cubi a saldo zero" nell'applicare la norma che consente la riconversione delle aree bianche in edificabili, sottraendoli al famigerato Masterplan di Cavarzano.
In conclusione, gli indirizzi di un'amministrazione vengono portati avanti con tutti gli strumenti possibili e, ad oggi, credo anche con buoni risultati; essi, tuttavia, non possono collidere con le norme. e' un principio fondamentale per il funzionamento del sistema nel nostro complesso. Altra cosa è il "cambiare le regole sbagliate", su cui ci stiamo lavorando, e molto, a Roma e a Venezia.
Le norme sul Col Cavalier blindano i proponenti. E, mi permetta, lo sanno bene anche alcuni del Comitato di Col Cavalier, che hanno una storia tutta particolare sulla lottizzazione,
Cordiali saluti,
Jacopo Massaro"
La mia contro-risposta...
via e-mail
Belluno, 18/4/2014
Egr. sig. Sindaco,
intanto, grazie per il tempo che ha
voluto dedicare alla lettura e alla relativa risposta delle mie
osservazioni da comune cittadino sulla questione di Col Cavalier.
Nelle Sue obiezioni, organizzate per
punti, noto che si possono leggere due aspetti della problematica,
uno di carattere burocratico-amministrativo e l'altro politico. Per
quest'ultimo in parte ritengo di poter collimare mentre per l'aspetto
tecnico dissento e quindi provo a dialogare.
In relazione alla Sua garbata
puntualizzazione, se proprio la vogliamo dire tutta, dobbiamo partire
da un punto fermo: non mi risulta che la legge urbanistica nazionale
possa essere derogata (da leggi regionali, regolamenti, etc.) sia
pure con lunghi discorsi o giri di parole che poi alla fine non
permettono di allontanarsi da ciò che esprime un principio. Il
decreto ministeriale 2/4/1968, n. 1444, per citarne uno, è tra le
fonti del diritto urbanistico, vigente, e in particolare il punto di
riferimento che deve fare riflettere sul nostro caso. L'art. 7 così
recita: (Limiti di densità edilizia) “ Zone E): è prescritta
per le abitazioni la massima densità fondiaria di mc 0,03 per mq.”,
intendendo, per zone E, le cosiddette zone bianche o agricole. Il
principio della bassa densità edilizia sta a significare che il
suolo agricolo deve rimanere tale, con volumetria del costruito
commisurata alla superficie e al servizio dell'attività agricola e
ferma restando la sua destinazione d'uso. Non a caso le aree agricole
o rurali sia in dottrina che in giurisprudenza hanno sempre avuto una
considerazione diversa dalle altre zone urbanistiche. In buona
sostanza nelle zone agricole l'indice di edificabilità sta ad
esprimere una diversa connotazione di quelle zone dal carattere
“ambientale”, rispetto a tutte le altre aree territoriali. Posto
il principio delle zone rurali, ben poco penso di aggiungere agli
altri due aspetti che afferiscono al paesaggio e alla fragilità del
territorio che giustamente Lei riconosce e difende nelle opportune
sedi.
Tanto per esemplificare in merito alle
controdeduzioni usate per respingere le osservazioni, a mio giudizio
non convincenti, fatte nella deliberazione di Giunta Comunale n.
216 del 25/11/2013, rilevo:
- che “soli 2500 mc corrisponde
a tre unità abitative” non è un conteggio esatto.
Un alloggio medio è di circa 300 mq,
dunque, siamo in presenza di almeno 8 unità abitative che aumentano
sicuramente la pressione antropica più del doppio di quella
ipotizzata. Sminuire, può sembrare una bugia, che comunque non serve
a giustificare una politica del territorio diversa da quella che non
sottovaluta i rischi, evita l'inutile spreco di suolo e favorisce una
conservazione della peculiarità dei luoghi;
- si riconosce una “ zona a
pericolosità moderata” come
assoluzione escludente di un rischio quasi sempre imponderabile,
all'osservazione di Italia Nostra che segnala l'area chiamandola “di
pericolosità limitata ma posta in prossimità di un territorio
gravemente instabile;”
rifacendosi ad una responsabilità assicurata da altri Enti (Genio
Civile, BIM, etc.…) che si esprimono con un linguaggio di
compatibilità prudente e tecnici, terzi, che comunque non
sottovalutano ma anzi pongono prescrizioni;
- si annota uno strano contenimento del
consumo di suolo concepito con l'espressione:
“che limitano l'ambito
d'intervento a sud e quindi il consumo di suolo agricolo,
entro la fascia di rispetto dell'elettrodotto;”
vale a dire che il consumo di suolo
viene contenuto non uscendo dalla fascia di rispetto
dell'elettrodotto, cioè in zona che dovrebbe rimanere sgombra. Mi
chiedo e chiedo ma la fascia di rispetto non serve per tenere lontane
le persone dalla rete anche da eventuali rischi, nel caso, da
radiazioni elettromagnetiche?
E
l'obbligo di conformarsi alla destinazione impressa al suolo in
funzione di salvaguardia della programmazione urbanistica?
Per non parlare dell'alterazione del
paesaggio che comportano 2500 mc di nuovo volume edilizio.
Si potrebbe ancora continuare, però
penso che questi semplici esempi siano puntuali e da soli dovrebbero
bastare per riflettere.
Per concludere, merita una chiosa la
Sua asserzione nella mail che si riferisce a “ le nuove norme
derogano dalle "tutele" per i terreni agricoli” da
me ignorate. Se mi permette, la cosiddetta deroga - che deroga non è
- non è un automatismo che il cosiddetto “Piano casa” rimuove
nei confronti di un principio in difesa delle zone agricole, ma non
voglio disquisirne. Ricordo soltanto che la legge, nell'intento di
rilanciare il lavoro nell'edilizia, ha finito col creare un sicuro
contenzioso per false attese di rientro dalla finestra di ciò che da
sempre è stata combattuta: la lottizzazione in zona agricola.
Capisco che per arginare questa ondata
di nuova edilizia, che appare fallimentare ai fini del lavoro ma che
potrebbe portare altro cemento, ci vuole la volontà politica della
sfida nelle aule giudiziarie.
Infine, riconoscendoLe una storia
politica Sua personale di spirito democratico, non posso fare a meno
di farLe notare che le osservazioni e le opposizioni, che le leggi
urbanistiche ammettono, sono un atto formale che a mio personale
parere non esauriscono i principi della partecipazione e della
condivisione, specie per decisioni che non possono essere prese in
solitudine anche se da persone con ampie deleghe e tecnici di lungo
corso.
Cordiali saluti
Giuseppe Cancemi
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