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sabato 21 maggio 2011

Trialometani e acqua




AcquaLaudato sì, mi’ Signore, per sor Aqua

La moda o più semplicemente il consumismo sospinto dalla pubblicità, induce in noi dei bisogni che non sempre corrispondono a vere necessità. L’acqua, per esempio, proprio in una città come Belluno dove l’erogazione è costante e la qualità è garantita da fonti che provengono da sorgenti la cui erogazione controllata periodicamente da AULSS /ARPAV, viene lo stesso snobbata ampiamente da un consumo alternativo proveniente dalle acque minerali dei supermercati.
Viene automaticamente da pensare, gli acquirenti di quest’acqua sono cittadini consumatori acritici o non si fidano della distribuzione idrica locale?
Difficile a dirsi quale pulsione spinge il cittadino a trasportare pesi aggiuntivi alla spesa quotidiana, oltre a spendere altri soldi, per l’approvvigionamento idrico familiare. La bontà dell’acqua potabile proveniente dal rubinetto tanto, giustamente, reclamizzata super controllata, economica e buona da qualche tempo è sospetta: il cloro additivato come disinfettante, pare formi dei trialometani, componenti sconosciuti ai più e non sempre quantitativamente inferiori ai limiti ammessi dalla legge. Il timore è presente da qualche tempo sia in Italia che all’estero.
Gli esperti dicono, che il cloro immesso per la disinfezione idrica, si combina con altri elementi provenienti dalle sostanze organiche presenti naturalmente nell’acqua, con i quali forma i trialometani, ritenuti composti nocivi per la salute se in eccesso.
La necessità di sapere se a Belluno i trialometani sono controllati secondo i valori guida del D.Lgs. 31/2001 credo interessi tutti i cittadini, e forse, sarebbe il caso che le informazioni sulle acque che beviamo, fossero le più recenti possibili e non limitate ai parametri solo utili alla pubblicistica.
La città per il suo approvvigionamento idrico utilizza in massima parte acque non superficiali e quindi dovrebbe avere meno probabilità che si formino in esse proprio i trialometani. Ciò nonostante, una rassicurante diffusione di dati sui composti organo-alogenati, ai fini della potabilità dell’acqua dei rubinetti, aiuterebbe tutti ad una scelta più consapevole e non consumistica del prezioso liquido.

Giuseppe Cancemi

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