Umilmente
mi permetto di chiosare su quanto ha pronunciato da un autorevole uomo di chiesa,
in un momento solenne come la festa del Santo Patrono. Si è voluto ricordare alla comunità tutta, che amministrare significa servire i cittadini senza arroganza. Quasi un avvertimento sul bisogno di dialogo tra Amministrazione in carica e cittadini. Si è dunque voluto dire no alla continua autocelebrazione del potere, non certo ben accetta a noi poveri amministrati.
Insomma, non è passata inosservata, neanche per le alte sfere di solito impegnate
per altri compiti, la tronfiezza della
compagine amministrativa che sembra muoversi (o forse rimanere immobile) con un principale compito: la consegna del
silenzio. Silenzio quasi offensivo che tende a snobbare le lamentele di una moltitudine
di caltanissettesi, su ciò che fanno gli “addetti ai lavori”. Un atteggiamento
che ricorda il marchese del grillo: io so’ io e voi non siete un c….o.
Il
politically correct che
viene ostentato nel linguaggio: partecipazione, condivisione,
trasparenza, sono eufemismi che mascherano la pratica
quotidiana tutt’altro che aperta e partecipata.
Chiudersi
in una torre d’avorio, comunque, mentre i cittadini fanno salti mortali, non fa
bene a nessuno. Allora, per brevità, chiedo al Sindaco ed alla Giunta, se hanno
voglia di smentire quello che comincia a diventare un sentire comune, di comunicare alla città quali azioni hanno in
pectore per i prossimi tre anni e mezzo amministrativi per la città.
Per
esempio, per l’acqua, il lavoro, il centro storico, la raccolta differenziata,
etc.
Giuseppe Cancemi