ATTENTI AL RESTAURO...
La
città di Belluno non è solo una bella città ma di questi tempi,
specie in centro storico, è anche un laboratorio di architettura, di
urbanistica e di belle arti. Insomma, un cantiere aperto (si fa per
dire!) per operatori che si occupano di beni culturali e di qualche
ritocco anche alla vegetazione storica.
Insomma, la città il suo apparire in ordine lo deve ad una manutenzione
ciclica che altri Comuni non hanno. Peccato che la fregola di fare
per essere notati, non è buona consigliera di prudenza, studio e di
modestia nell'apparire.
Piazza
Castello è già stata oggetto di un maquillage con
artifici retorici, che
in un qualche modo ha alterato l'immagine consolidata di un elegante
mini giardino. Il palazzo Fulcis, ancor prima di essere il nuovo
museo cittadino ha avuto il suo restauro, senza mai un confronto
delle scelte progettuali fatte con la città e i suoi cittadini, La
piazzetta S. Maria dei Battuti ha avuto anch'essa un rimodellamento
delle piante ornamentali, tanto per citarne alcuni. E tanti
altri, con il progetto città di Belluno, ne seguiranno.
Della serie: interventi nel cuore della città, che continuano, passando per caso in questi giorni, mi è capitato di osservare in via Carrera che si sta per chiudere il cantiere di palazzo Barcelloni e la mia curiosità (di carattere scientifico) è stata attratta dalle modalità d'intervento nel restauro esterno dei vari piedritti delle finestre. Un'operatrice era intenta a riprodurre il colore del materiale lapideo su pregressi fori otturati che dovevano accogliere in passato un'inferriata, del piano rialzato, che proteggeva la proprietà da intrusioni.
Tutto normale si potrebbe dire! Ma quel modificare esteticamente, sia pur minimente l'immagine, per non fare riconoscere la presenza di un foro non più utilizzato, ha fatto nascere in me una perplessità. Se prendiamo, ad esempio un libro, un manoscritto e una o più parole del testo nel tempo hanno perso anche un semplice carattere (finale o iniziale) nella lingua corrente, nel corso di un restauro è bene cancellarlo? O lasciarlo com'era? Poca cosa si potrebbe dire, sottigliezze che non inficiano il monumento. Eppure non dovrebbe essere così!
Grata in piazza delle erbe |
Anche
i minimi segni storici, a mio modesto avviso, testimoniano tracce di
riconoscimento che ci dicono qualcosa, e dunque è buona norma,
conservare un documento storico (perché tale è un qualsiasi bene
culturale) nella sua integrità relativa, quando possibile, anche se
alcuni passaggi di riuso costringono a delle modifiche.
Giuseppe Cancemi
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