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lunedì 30 maggio 2016

Cacciatori a scuola



Didattica dell'ambiente naturale affidata ai cacciatori

Chi pratica l'attività venatoria, in materia di ambiente naturale, non può essere un buon maestro! Altera la naturale etologia relazionale uomo-animale.


E' CREDIBILE L'AMBIENTALISMO DEI CACCIATORI?


Senza alcun spirito di polemica, brevemente, al Presidente provinciale dei cacciatori di Belluno, si ribadisce che la semplice presenza di un “cacciatore” nelle aule scolastiche, evoca nell'immaginario dei discenti, un qualcuno che nel mondo moderno, pratica un'attività che appartiene al passato remoto. L'uomo che per sopravvivenza, prima di conoscere l'agricoltura, praticava la caccia e la pesca. Una persona che, in tempi moderni, dell'uccisione di particolari specie animali ne fa uno “sport” e delle armi un “totem” della sopraffazione che esalta la supremazia dell'uomo sulla fauna.
Pur parlando della natura in termini di prevenzione dei rischi e/o di manutenzione degli ambienti naturali - come asserisce il Presidente dei cacciatori bellunesi - ad adolescenti e giovani studenti, l'uomo, "predatore" di animali, si pone come poco credibile nell'etica della comunicazione. Predica per l'attenzione agli eventuali pericoli che esistono in ambiente naturale per l'uomo, ma non esita ad uccidere gli animali oggetto di caccia. Una incomprensibile contraddizione sulla concezione di vita o di  morte che alcuni umani hanno verso altri esseri viventi.
Per concludere, è mia convinzione che la figura del cacciatore, trova terreno fertile in chi ha una concezione antropocentrica, ma che fortunatamente da tempo viene messa in discussione, nelle civiltà più evolute. E tutti, oramai, sanno che la caccia ha ragion d'essere solo per la lobby delle armi e meno per la difesa della natura che è solo, diciamo, un paravento.
Dunque caro Presidente, la presenza dei rappresentanti di una cultura venatoria, se pur legittima, stride col panorama del sapere consapevole di cui si serve la scuola. Una ricerca di visibilità nell'ambiente scolastico a tutti i costi, con temi che i piani formativi scolastici affrontano con appropriata pedagogia e scientificità, rischia di apparire più come una legittimazione morale che non altro.
 Le nuove generazioni, più informate, nel confronto col mondo esterno alla scuola, semmai, debbono imparare a dibattere - nella specificità dei temi ambientali - il mantenimento della biodiversità e degli ecosistemi, la difesa faunistica e, complessivamente, il concetto di sostenibilità.


Giuseppe Cancemi

mercoledì 18 maggio 2016

Belluno e la viabilità sperimentale

Specie umana "automobilista indisciplinato"                          

Il cittadino rispettoso dell'ambiente - specie in via di estinzione - in quanto sensibile alla natura, ha dimestichezza con i temi delle specie viventi e in particolare dell'homo sapiens.
A Belluno da tempo, ahimè, è costretto ad assistere al fenomeno della spazialità urbana: "come ti liberi ti occupo", tutto italico, che alberga in centro storico.
L'adattamento della specie “automobilista indisciplinato" il Comune la "osserva" da lungo tempo proprio in un luogo privilegiato: piazza Duomo.
La foto mostra, come la perenne fase sperimentale nell'agorà continui.
La metodologia adoperata nell'osservazione, fa leva su uno spostamento continuo dei grandi vasi dissuasori, allo scopo di impedire un eventuale parcheggio (solo nominalmente ritenuto abusivo).







Le varie risposte all'osservazione condotta dal Comune - tra uno spazio delimitato che si allarga, per così dire, ora verso l'area  laica (la  Prefettura) o, in alternativa, verso l'area religiosa (il Duomo) -  inducono ad una facile conclusione (vedi foto) che testimonia un fatto: comunque la si rigiri, ad ogni creazione di nuovo spazio, la specie "automobilista indisciplinato" si ricolloca. Non senza confidare, però, in una tolleranza già collaudata.


Giuseppe Cancemi


Belluno, 30 maggio 2016

NOTA 
Leggendo l'articolo si ha l'impressione che:
- si vuole mantenere la volontà di perseguire una politica della circolazione stradale, in controtendenza  con gli orientamenti europei;
- la tolleranza a reprimere gli abusi, può essere elastica a convenienza;
- non si vogliono avversare i commercianti e L'Ascom per pochi inutili parcheggi.
Insomma, un atteggiamento complessivo poco accorto a quella parte della città che rappresenta l'identità urbana: il centro storico.



lunedì 16 maggio 2016

ERBARIO-MUSEO







Il Parco delle Dolomiti patrimonio dell'umanità si conosce, il centro di accoglienza ERBARIO-MUSEO di Belluno, presente in adiacenza con il Circolo Culturale “Piero Rossi” è meno noto, ma assai interessante per il territorio, e non solo.
La struttura è un luogo di studio e di apprendimento che tutti dovrebbero conoscere. 

Archivi cartacei, reperti storici di erbari con piante essiccate provenienti dalle essenze presenti sulle Dolomiti, accogliente sala-archivio multimediale e una qualificata guida scientifica sono a disposizione delle scolaresche di ogni ordine e grado ma anche di un pubblico adulto.

Personalmente ho visitato questa preziosa risorsa culturale e trovo che sono migliorabili gli orari di ricevimento del pubblico, la riconoscibilità del luogo e la divulgazione di questo particolare sapere. Auspico che si faccia una adeguata pubblicizzazione e si dia una migliore visibilità di cui non noto i segni e le premesse. 


Al di là di questi miei opinabili rilievi, mi sembra che questo nuovo inserimento nel novero delle agenzie culturali è un buon segno di ulteriore promozione territoriale, che arricchisce le opportunità, le conoscenze e il vivere sociale.

Giuseppe Cancemi