Urbanistica indecisa
Facciamocene
una ragione, l’area di Cavarzano è rimasta un luogo urbano
irrealizzato e i vari tentativi negli anni, di agire secondo uno
sviluppo urbano pianificato, sono falliti.
Da
un secolo fa e fino ai giorni nostri, l’area, è stata sempre
attenzionata da un Piano Regolatore di espansione. Il più antico ha
iniziato ispirandosi alla “città giardino” di Howard, come
nucleo abitativo autosufficiente, in mezzo al verde. La borghesia dei
primi del Novecento, con la “Società dei Villini Cavarzano” ne è
stata promotrice. Seguendo quest’impronta, altri due tentativi
eufemisticamente detti di sviluppo, hanno continuato ed essere solo
espansioni edilizie. Un ulteriore Piano Regolatore di Alpago Novello,
noto architetto di quell’epoca, confermava l’area Cavarzano, come
area di ispirazione borghese e attribuiva a Baldenich, altra area di
espansione, uno spazio dedito alle costruzioni proletarie. Qui lo
sviluppo lineare non è casuale. Nasce, dalla viabilità esistente
di penetrazione da via Vittorio Veneto alla città storica.
Due
scelte da manuale per fare “giustizia” alla rendita di posizione
dei terreni del luogo, nelle due diverse pertinenze complementari
nell’espansione. Facilità di lottizzazione e urbanizzazione
primaria a buon prezzo, sono il risultato di tale scelta duale, delle
varie amministrazioni di quell’epoca.
La
successione di altri piani, procedendo secondo alcuni passaggi
urbanistici, in qualche modo ha continuato ad insistere sull’idea
di una residenza autonoma per strutture e relativi servizi.
Nonostante
tutto però, quell’area è sempre rimasta una frazione utilizzata
per ampliamenti della città di Belluno, senza una logica ricucitiva e
infrastrutturale, finalizzata all’armonizzazione del sistema città.
Sintetizzando, si può ancora dire che l’area Cavarzano ad oggi,
non è la “città giardino” a cui la borghesia dei primi del
Novecento voleva associare il suo sviluppo. Non è neanche quella
pensata dall’architetto Alpago Novello, rimasta in corso d’opera.
E neanche le tante varianti, compreso il prg approvato Masterplan
(2012), che parla di “città
sostenibile a misura d’uomo”
Tutto
quello che resta è una frazione non integrata con la città storica
con tante idee “cartacee” o progetti se volete, di sviluppo
ondivago.
Allo
stato in cui siamo, oggi possiamo dire che Belluno è una città
eclettica. Scientemente o casualmente ha sperimentato con alcuni dei
suoi ampliamenti, alcune canoniche forme di organizzare la città.
Baldenich con la sua distribuzione edilizia lungo la via Vittorio
Veneto che ricorda le città lineari. Cavarzano, area di tipo
satellitare, con la sua distribuzione in isolati ortogonali, conferma
la sua crescita per lotti di ampliamento edilizio e originaria
ambizione di centro autonomo.
Ma
l’edilizia contornata da verde e tanta aspirazione borghese, col
trascorrere del tempo, ha dovuto condividere il suo spazio, che
voleva essere aristocratico, con un’edilizia economica dai
connotati più “popolari”.
Il
Masterplan infine tre le tante varianti succedutesi, arriva come
ultimo della serie che fa crescere la frazione in volume edilizio, ma
che comunque in termini moderni si pone per obiettivo sostenibile: un
quartiere a misura d’uomo. In effetti la realizzazione di un
insieme di scuole di vario grado vengono realizzate.
Ma
la saga di Cavarzano non finisce qua!
Sorpresa
delle sorprese, un noto dibattito promosso dal P.A.T. in questi
ultimi giorni ha, tra l’altro, risvegliato un interesse di strada
che rivoluzionerebbe la circolazione di un quartiere. Un’area, nei
cui dintorni vi sono scuole che spaziano dall’infanzia
all’adolescenza, fatta di strade con prevalente mobilità pedonale
e ciclabile. Il baratto, riguarda un breve tratto di progettata pista
ciclopedonale con altra strada, questa motoristica, decisa in un
precedente PRG ma abbandonata da tempo.
Per
quest’ultima l’Amministrazione Comunale in carica sembrerebbe
mostrarsi possibilista.
La
costruzione di un tratto di strada che canalizza un traffico
motoristico che ora non c’è, in una quieta area che ambisce
rimanere prevalentemente pedonabile, al di là di tutto, appare una
scelta politica difficile da comprendere.
L’area
di Cavarzano, avendo scelto a suo tempo una sua autonomia sia pure
oggi incompiuta, ha realizzato comunque, proprio in quei luoghi un
polo scolastico tendenzialmente, a misura d’uomo. I vari plessi che
lo compongono, secondo gli ordini di scuola, sono stati collocati con
il criterio delle distanze colmabili a piedi (isocrone).
Quelle
preesistenze, va ricordato, appartengono ai principi della
sostenibilità ma anche agli orientamenti green
che
l’Europa ha sposato, impegnando ingenti risorse economiche.
I
tempi delle città che rincorrono la motorizzazione, in tutta Europa
appartengono al passato. Si punta sempre più ad una mobilità su
mezzi pubblici e, in situazioni come quella nostra, ad includere
tutti gli spazi adiacenti a scuole per l’infanzia, elementari e
medie nelle zone 30 (vedi P.U.T.).
La
logistica dei trasporti è cambiata con e-commerce,
gli scambi intermodali e i percorsi ottimizzati. Un ritorno alla
scelta stradale di PRG datato, appare più che mai obsoleta perché
nel frattempo a Belluno si sono modificati i trasporti, gli
spostamenti e le necessità della Comunità locale.
Giuseppe
Cancemi